Ci siamo astenuti nel voto finale sul provvedimento del senatore Caforio solo perché a favore dell'emendamento del Gruppo del Pd che teneva in considerazione l'entrata in vigore della riforma universitaria.

La gestione del voto da parte del Presidente Nania non è stata tale da poter scorgere i molti pianisti in aula, non che fosse la prima volta che in Senato votassero gli assenti, ma forse non in modo così evidente. Detto questo la modifica richiesta dal Pd era sacrosanta e la motivazione per la quale una volta tornato alla Camera il provvedimento sarebbe stato messo in un cassetto è tanto abusata quanto politicamente insignificante. Oggi si è sanata una situazione di grave equipollenza senza tener presente che alcune norme relative all'università comunque son state modificate da quanto si avviò il percorso riformatore in materia.