Il Presidente della Repubblica risponde alla lettera dell'Associazione radicale "Esperanto"

Napolitano, Presidente della Repubblica

Ringrazio vivamente il Capo dello Stato per la pronta risposta alla lettera inviata da noi e dalla FLC-CGIL circa la corruzione linguistica del e nel Paese, attraverso l’insegnamento in inglese di materie non linguistiche e l’obbligo del livello B2 d’inglese per chiunque voglia fare il docente, inclusi quelli di seconda lingua, col paradosso che chi voglia insegnare lo spagnolo debba sapere prima l’inglese. Riconosco l’innegabile attenzione del Presidente alla lingua italiana, come ho avuto modo di riscontrare dalla sua viva voce nell’intervento al Quirinale in occasione del Convegno del 21 febbraio. Tuttavia, la nostra preoccupazione può solo essere attenuata dall'impegno del Presidente Napolitano e di alcuni linguisti, poiché permane l'assenza di strumenti adeguati a garantire l’uguaglianza linguistica nel Paese e in Europa. Provvedimenti come quelli che abbiamo portato all'attenzione del Quirinale non sono che le ultime tappe di un lungo processo d’emarginazione sempre maggiore del ruolo dell'italiano nella comunicazione e nell'istruzione in favore di un'unica lingua straniera, anche a scapito delle altre. Quando si bara impunemente sulle parole facendo divenire la parte il tutto e coincidere ‘inglese’ e ‘lingua straniera’, come se l’inglese fosse l’unica lingua straniera del mondo e tutto il mondo avesse come lingua straniera solo l’inglese, con i lingua madre inglese che non apprendono nessun’altra lingua tranne la loro, è impossibile non parlare di colonizzazione linguistica. La preoccupazione espressa dal Presidente sul futuro degli Stati Uniti d'Europa e sulla posizione d'irrilevanza in cui quest'ultima rischia di ritrovarsi se permangono le attuali condizioni di disparità e disunità fra gli Stati, perciò, non può essere scissa da quella per l'inarrestabile debacle della lingua italiana e quindi della nostra cultura, dei nostri mercati, del nostro peso politico in Europa e nel mondo. Come radicali e come Associazione radicale “Esperanto” continueremo a batterci perché ciò non accada.

 

Dichiarazione di Giorgio Pagano - Radicali/ERA

 

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