Chieti: associazione “Voci di dentro”, quando il volontariato supplisce alle carenze dello Stato


Redattore Sociale, 22 giugno 2010

L’associazione “Voci di dentro” lavora per l’inserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Ha ottenuto tre borse lavoro e il regime di semilibertà per tre reclusi che oggi lavorano nella redazione dell’omonimo giornale nato tra le mura del carcere. Reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. È questo lo scopo dell’associazione “Voci di Dentro Onlus” nata a Chieti nel 2009 da un gruppo di 16 persone che prestano la loro opera in modo personale, spontaneo e gratuito, senza retribuzione e senza fini di lucro all’interno della casa circondariale di Madonna del Freddo. L’associazione oltre a promuovere attività di formazione professionale all’interno e all’esterno del carcere, organizzare incontri, convegni, iniziative di sensibilizzazione sociale, è editrice di un giornale giunto al tredicesimo numero, stampato in cinquemila copie, scritto interamente dai detenuti e diffuso all’interno dell’Istituzione penitenziaria e fuori: a Chieti, Pescara, in tutta la regione.
Il progetto, nato tra le mura del carcere, ha avuto il sostegno di altri enti come il comune di Chieti e l’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) che hanno messo a disposizione delle borse lavoro servite a due detenuti e redattori del giornale di vivere in un regime di semi libertà che ha permesso loro di uscire dal lunedì al venerdì per lavorare presso la sede del giornale. Da oggi però la redazione aggiunge un altro collaboratore: Ficarelli Vincenzo, beneficiato anch’egli di una nuova borsa lavoro offerta dall’Università Gabriele D’Annunzio e presentata stamani nella sede dell’Ateneo alla presenza della direttrice del carcere, Giuseppina Ruggero, del presidente della Onlsu “Voci di Dentro” Francesco Lo Piccolo e il Direttore Generale dell’UdA Marco Napoleone.
“Un altro passo per la nostra associazione - ha spiegato Lo Piccolo - grazie alla convenzione con l’università che permette a un nuovo detenuto di uscire di carcere la mattina e lavorare nella nostra redazione. Questo è un ulteriore tassello per la creazione di un lavoro, appunto il giornale Voci di Dentro che proprio per la sua serietà e la sua qualità vuole diventare anche un giornale in grado di mantenersi “con le proprie gambe” ovvero fare reddito per i detenuti diventati ex detenuti, dunque redattori, tipografi, fotografi, correttori di bozze.
Alla base del nostro progetto - continua lo Piccolo - c’è l’articolo 27 della Costituzione, che spiega come la sanzione penale bisogna proporre a chi delinque un duro cammino, un preciso lavoro su di sé, ma anche bisogna lasciargli aperta la porta al cambiamento, che anzi va favorito ed accompagnato con tutte le energie a disposizione da parte dell’intera società”. “E il lavoro - ha aggiunto la direttrice del carcere, Giuseppina Ruggiero - è il primo e vero strumento per il recupero dei detenuti. Pensate alle difficoltà che incontrano dopo anni di carcere, alla diffidenza di chi offre un lavoro a un detenuto. Per questo - ha concluso - devo ringraziare l’associazione “Voci di Dentro Onlus”, un’organizzazione veramente utile che oltre a prestare servizio nel carcere si impegna per trovare lavoro ai nostri detenuti. Questo è un esempio di volontariato che supplisce alle carenze dello Stato. Se non ci fosse il volontariato - ha concluso - penso che l’Italia si fermerebbe”.

Fonte: http://detenutoignoto.blogspot.com/2010/06/chieti-associazione-voci-di-dentro.html

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €