Altro che normalità, tornano i commissari

di Francesco Iacotucci da Terra, 22 gennaio 2010

Giovedì è stato approvato in via definitiva il decreto dal titolo “disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti”.

In realtà il titolo è fuorviante, perché, dopo le varie modifiche, il decreto pone, ancora per un anno, la regione Campania in uno stato di sostanziale commissariamento.

Il potere di decidere delle nuove discariche, degli impianti, della costruzione degli inceneritori, fino alla decisione dei flussi è in capo a Caldoro, che dovrà nominare dei commissari ed usufruirà di un gruppo di esperti.

Praticamente si è spostata la protezione civile in Regione con l’obbligo per Caldoro di delegare i compiti ad altri commissari.

Insieme al commissariamento per tutto il 2011 tornano le leggi speciali contro l’abbandono o lo scarico illegale di rifiuti pericolosi.

Questa norma, salutata da più parti come una buona notizia, rimane però senza copertura economica ed organizzativa, ed in una terra dove i roghi tossici sono all’ordine del giorno forse sarebbe più utile qualche persona in più che delle leggi in più.

Ma la vera novità del decreto è contenuta in questa frase: I commissari provvedono “all’individuazione delle ulteriori aree dove realizzare siti da destinare a discarica anche tra le cave abbandonate o dismesse con priorità per quelle acquisite al patrimonio pubblico,sentiti le province e i comuni interessati”.

Per capirci, le cave dismesse nella regione Campania, sono circa 1200, di varia capacità,quindi si risolverebbero definitivamente i problemi delle discariche.

Nelle cave non ci andrebbero i sacchetti ma il materiale umido proveniente dagli stir debitamente stabilizzato e vagliato, se rispondente alla qualifica di “compost fuori specifica” (codice cer 19.05.03) che secondo il decreto può essere utilizzato per ricomposizione ambientale di cave dismesse, di discariche chiuse ed esaurite, ovvero quale materiale di copertura giornaliera per gli impianti di discarica in esercizio.»..

Il punto centrale, che è alla base delle perplessità degli ambientalisti, è sulla qualità del materiale in uscita dagli Stir e la sua compatibilità con questo utilizzo.

Su questo punto, così importante del decreto, sarebbe opportuno fare delle verifiche tecnico-chimiche per fornire delle caratteristiche più precise e controlli periodici  dei materiali affinché siano compatibili con l’uso nelle cave.

Nel complesso il decreto non fornisce una linea da seguire per il ciclo dei rifiuti, da una parte si continua a tenere centrale la questione della costruzione degli inceneritori, dall’altra si ripropone il commissariamento dei comuni che non raggiungano i livelli previsti di raccolta differenziata.

La verità è che senza  dare indirizzi sulla riduzione, il recupero ed il riutilizzo dei materiali, il rischio concreto è che in questo quadro di incertezza ben pochi investimenti saranno fatti in questa direzione e quindi non si riuscirà ad uscire dal mortale binomio discariche- inceneritori

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=3255

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