Alle origini del socialismo come essenza antistatalista
di Domenico Letizia
Il socialismo, il comunismo come la storia li ha presentati al mondo è chiaro dirlo subito: sono stati il più grande fallimento che l’uomo abbia mai conosciuto, non solo, proprio con il socialismo si è raggiunto il massimo di anti-liberalità che l’umanità abbia mai toccato. Ogni forma di socialismo pianificato, di statalismo estremo si è mostrato una aberrante dittatura politica, un regime senza tregua e a rimetterci sempre la pelle per primi sono stati proprio gli anarchici. Il socialismo non è stato solo un fallimento politico ma come riteneva Ludwig von Mises l’esperimento socialista non ha alcuna chance di funzionare, perché poggia su presupposti economici sbagliati. Ma facciamo una analisi storica. Il socialismo nasce come statalismo? Questa è anche la domanda che si è posto Lerry Gambone. In principio i socialisti previdero chi dovesse controllare l’economia? Pensarono che doveva essere lo stato? Non solo Bakunin esaltò il liberismo nord-americano, sia chiaro non era ancora nato il capitalismo coorporativista che oggi conosciamo, ritenendo la libertà dell’industria e del commercio una gran cosa, una delle basi essenziali della futura alleanza internazionale fra tutti i popoli del mondo. Ma diamo un occhiata ai principali teorici “socialisti” del 18 secolo.
San Simon parlava di un sistema di società per azioni volontarie, Owen di comunità intenzionali e cooperative, Flora Tristan di cooperative di lavoratori, Greene di un sistema tecnico bancario che permetteva ai coltivatori e lavoratori di possedere. Anzi, l’essenza antistatalista la ritroviamo proprio in Marx. Vi è tutto un insieme di “eretici” marxisti che ritengono che i primi a intorpidire le acque intorno a Marx siano stati proprio i marxisti. Wolf Bruno in un suo saggio ritiene che Marx non ha mia inventato nessun sistema socialista, e con tutta la sua arroganza intellettuale si prendeva gioco di ogni creatore di sistema. Infatti ha appoggiato i democratici liberali, i libero-scambisti e perfino i conservatori, per Marx il comunismo non era altro che: “il movimento reale che sopprime lo stato di cose esistenti” non un ideale da realizzare.
Larry Gambone si domanda dove è nata la confusione? E direi perché il socialismo è divenuto il male assoluto? Perché socialismo è statalismo? Le correnti dei lavoratori nel 19 secolo si divisero in fazioni ostili, in seguito sotto l’influenza del Fabianesimo e degli Stalinisti con l’ingannevole successo del capitalismo statale nelle nazioni belligeranti, il termine socialismo cominciò a cambiare da una matrice democratica e favorevole alla proprietà ad una controllata, pianificata, centralizzata, insomma il disastroso statalismo che tutti conosciamo. Il socialismo diventò l’opposto della democrazia economica e politica immaginata dalle primi generazioni socialiste e dai militanti del mutuo appoggio. Bisognerebbe ri-analizzare il pensiero socialista e, ne sono convinto, questa analisi cancellerebbe e trasformerebbe stesso la concezione, stesso il termine di socialismo oggi conosciuto.
Testata: Seme Anarchico “periodico di informazione anarchica”
Registrata: Iscrizione n 17/79 Tribunale Brescia
Data: Anno 31 n 20 Luglio 2010