Ma quale Buona Scuola? Tra insegnanti potenziatori parcheggiati e il fallimento del Concorsone

A tre giorni dall’inizio delle lezioni, segreterie scolastiche paralizzate. Il Concorso programmato da due anni va a rilento. I posti previsti non risultano più disponibili.
Il 12 settembre inizieranno le lezioni nelle scuole italiane con una situazione mai vista in precedenza. Rispetto agli anni scorsi infatti le segreterie scolastiche non hanno ancora la liberatoria per attingere dalle graduatorie provinciali e di istituto per colmare i posti vacanti nelle scuole di ogni grado.
Ciò non consente agli istituti il completamento degli orari di lezioni e fino ai primi di ottobre probabilmente gli studenti non potranno seguire regolarmente le lezioni.
L’intenzione di creare una “buona scuola” è fallita: il concorsone non ha ancora pubblicato buona parte degli esiti con le graduatorie facendo slittare tutte le altre operazioni. Dove le graduatorie sono state pubblicate è scoppiato l’ulteriore caso della sparizione di migliaia di posti destinati ai vincitori del concorso a cattedra e, invece, utilizzati dal Miur per tamponare le falle prodotte a causa dei trasferimenti derivati dall’algoritmo impazzito che ha obbligato docenti abilitati e già in graduatoria a trasferirsi dalla Sicilia in Piemonte e dal Veneto in Lombardia. Centinaia di vincitori di Concorso hanno scoperto che per la loro classe di concorso non ci sono più disponibilità.
Intanto continua la vicenda, solo italiana, prevista dalla stessa legge 107 che ha visto la messa in servizio di docenti “potenziatori”: si tratta di insegnanti senza classi sempre a disposizione negli istituti per colmare le assenze per malattia dei colleghi. Insegnanti a tempo indeterminato abilitati in latino assunti in scuole professionali o di tecnologia meccanica al liceo.
A questo si aggiungono migliaia di ricorsi dei precari che vedono i giudici del lavoro costringere lo stato ad assumere docenti per avere violato le normative europee sulla reiterazione del contratto a tempo determinato allo stesso soggetto anche per dieci anni in totale violazione della normativa sui contratti di lavoro validi nell’Unione Europea.
Saranno ora le sentenze dei tribunali provinciali e del Tar del Lazio a stabilire gli indennizzi per i docenti e il totale fallimento della riforma Renzi sulla scuola.

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