Il Sert perde i pezzi: è emergenza sociale
Chiudono i centri di Sampierdarena e Valbisagno. “Combattere il disagio è diventato impossibile” A Sampierdarena: accorpato e chiuso in queste ore. In Valbisagno: chiuso e accorpato con Quarto. Oltre 5000 utenti fragili sono in balia del destino dei Sert genovesi, i servizi per le tossicodipendenze che fanno fatica a lavorare, nella geografia socio-sanitaria della città. E Cgil, Cisl, Uil e Fials annunciano lo stato di agitazione e sono pronti a proclamare lo sciopero se Regione, Comune e Asl3 non cominceranno ad ascoltarli e correranno ai ripari con azioni concrete. A rischio, infatti, non c’è soltanto la cura «di dipendenze vecchie e nuove», indicano i sindacati, ma anche la prevenzione nelle scuole, medie e superiori, «richiesta continuamente dagli stessi dirigenti». Alcolismo giovanile e droghe sintetiche sempre più subdole, denunciano i sindacati, ma è allarme anche per il dilagare dell’uso di antidepressivi, soprattutto da parte di donne per stress da lavoro correlato (o per la perdita del lavoro). «Siamo in emergenza sociale: siamo pronti allo sciopero», non usano mezzi termini i sindacati (Cgil, Cisl e Uil Fials) per descrivere la situazione dei Sert, i servizi per le tossicodipendenze, di Genova. Cinquemila utenti, ovvero un genovese su cento, sono aiutati da un Sert e, in gran parte, si tratta di giovani. Soprattutto per quanto riguarda le dipendenze più diffuse: «Alcol e gioco, poi cocaina, le cosiddette nuove droghe e i dilaganti antidepressivi», mette in fila Mario Iannuzzi, Fials. Dei sei centri Sert sul territorio genovese, ne sono rimasti quattro. Due, infatti, sono inagibili e sono stati chiusi. Uno, dal 2014: il Sert Valbisagno di corso De Stefanis. Minacciato lo stabile da un movimento franoso, ambulatori e uffici del distretto sono stati trasferiti insieme al Sert Levante, in via Maggio, a Quarto. Mettendo insieme due Sert nello spazio di uno, e catalizzando sul sito del Levante il doppio di utenti, circa 1800. L'altro, è stato appena chiuso, anche in questo caso per motivi di sicurezza: si tratta del Sert organizzato nella palazzina di via Sampierdarena 6. Operatori e uffici saranno trasferiti, almeno così ha assicurato il commissario straordinario della Asl3, Luciano Grasso, presso l'ex ospedale Celesia di Rivarolo. «Il problema è che già in via Sampierdarena 6 erano accorpati due Sert, quello del Medio Ponente e quello dell'intera Val Polcevera - spiega Iannuzzi - con una somma di utenti dei due servizi che supera le 1700 persone. Nessuna istituzione minimamente ragionevole può consentire una tale concentrazione di problematiche sociali così rilevante, a carico di un solo sito», attacca la Fials. Adesso, dunque, sono a rischio i servizi, ma, fatto ancora più grave, è già saltata la prevenzione: «Mancano almeno una trentina di operatori specializzati, psicologi, educatori professionali, che vadano nelle scuole a fare prevenzione - denuncia Iannuzzi - mentre sono 120 i professionisti che lavorano attualmente nei Sert genovesi: dalle scuole continuano a chiamarci, dalle superiori ma anche dalle medie, il disagio si allarga e soprattutto si abbassa l'età a rischio, ma non possiamo più andare, il personale non è più sufficiente a soccorrere un'emergenza sempre crescente». Il lavoro di prevenzione, indicano molti operatori, arginerebbe infatti il deflagrare del lavoro di cura vero e proprio, fornito dalle sedi dei Sert, la cui ricchezza sta nell'equipe multidisciplinare che vi lavora (psicologo, medico, educatore professionale, infermieri, terapisti, operatori sociosanitari). Per dare un'idea dell'utilità sociale basta qualche cifra: il 40% di chi viene avviato al Sert, tra i giovani, è perché guida in stato di ebbrezza. E il Servizio lo prende il carico fino a tre anni. Con un percorso di recupero che coinvolge il giovane e la famiglia. «L'effetto più grave della chiusura dei Sert territoriali, che hanno accorpato bacini di utenza su territori ampissimi, è la perdita dell'utenza stessa: dal 20 al 30% di persone che stiamo perdendo, a causa dell'accorpamento delle sedi». Chi parte da Bargagli, ad esempio, non avendo più il Sert in corso De Stefanis, deve raggiungere Quarto, per trovare i propri servizi territoriali. «Per molti diventa un viaggio della speranza raggiungere i servizi», ammettono gli operatori.«Sappiamo che gran parte di questa situazione è da imputare alla politica scellerata degli anni scorsi - attacca Iannuzzi - ma adesso chiediamo un intervento vero e organico sulle sedi e sul personale, altrimenti va all'aria un formidabile servizio sociale che insiste su una parte delicatissima della popolazione, a partire dai giovani. Oltre ai delicati rapporti con la Procura e il Tribunale dei minori». Oltre alle sedi "accorpate", rimangono attivi i Sert di Voltri, in via Tosonotti, e quello, storico, di piazza Dante. Poi c'è il punto di distribuzione del metadone a San Martino, che non ha alle spalle un Sert e che sarà presto dismesso: «L'ospedale ha bisogno di quei locali nell'ambito della riorganizzazione interna e ha già dato lo sfratto al servizio», indica Iannuzzi. genova.repubblica.it link alla notizia tinyurl.com/jdu2cwn
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/1057/il-sert-perde-i-pezzi-e-emergenza-sociale
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