Gli impianti biogas ed il caso di Cordenons

dichiarazione di Giovanna Casalini, membro della giunta di Radicali Friulani e candidata al Consiglio Comunale di Cordenons nella lista "CORDENONS IN MOVIMENTO" alle elezioni del 5 giugno 2016.
Ero quasi tentata di lasciar perdere un’esternazione del mio pensiero sulla questione cordenonese del ricorso della Bio.pà per la mancata realizzazione dell’’impianto a biogas da 600 kW al Vinchiaruzzo, ma rileggendo l’articolo pubblicato dal Gazzettino del 23 aprile 2016, dal titolo “Il ricorso della Bio.pà in eredità al sindaco” non ce l’ho fatta.
Devo essere sincera che la lettura mi è venuta a noia provando fastidio per ogni parola letta... Apprendo che nell’ultimo consiglio comunale è stato ratificato il no definitivo alla costruzione dell’impianto a biomassa per la produzione di biogas adducendo motivazioni legate alla destinazione urbanistica nell’area destinata ad ospitare la centrale.
Mi chiedo se giunta e consiglieri sappiamo cos’è una centrale a biogas e cosa comporta averne una nel proprio territorio. Penso proprio che non lo sappiano, questi impianti pseudo-bio annoverati tra le fonti rinnovabili, di rinnovabile non hanno nulla. Le uniche fonti rinnovabili derivano dal SOLE, dal VENTO e dalle MAREE. Il biogas è stata una mera speculazione solo per chi ne ha convenienza.
Speculazione ‘involontariamente’ finanziata da tutti noi cittadini attraverso le nostre bollette energetiche per 15/20 anni.
L’impatto ambientale che creano queste centrali è notevole sia a livello ambientale che per chi, come la sottoscritta, ha la sfortuna di viverci nei pressi; l’aria che respiriamo, le falde acquifere ed i terreni subiscono dei drastici cambiamenti che certamente portano e porteranno conseguenze a tutto l’ecosistema.
Tutto quanto sopra descritto fa a “cazzotti” con il modello di sviluppo sostenibile che rispetta l’ambiente e non viene più considerato come bene privato ad uso esclusivo, ma come bene e risorsa pubblica rispettata e conservata come tale.
L’amministrazione di Cordenons poteva sicuramente gestire la questione in tempi molto più rapidi e con motivazioni aggiuntive più che valide. Esiste il ‘principio di precauzione’ che tutela la salute umana, animale e vegetale troppo spesso dimenticato dalla politica come in questo caso. Concludo queste considerazioni con la ‘vicenda biogas’ di Capalbio che con la sentenza n.1167/2015 del Consiglio di Stato accoglie l’appello del Comune di Capalbio ed annulla la condanna al risarcimento del danno in favore di Sacra (che dovrà rimborsare le spese legali).

Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/gli-impianti-biogas-ed-il-caso-di-cordenons
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