Trivelle: votiamo sì! Non fossilizziamoci: cambiamo energia
Abbiamo un solo giorno per convincere gli indecisi: gli ultimi sondaggi dicono che il 47% degli italiani andrà “sicuramente a votare”. Significa che ci mancano circa 1 milione di voti per farcela.
Unisciti ora alla campagna: condividi e fai sapere che il 17 aprile andrai a votare sì. Il tuo esempio può convincere amici e parenti ad informarsi e non lasciare decidere all’astensionismo.
Hanno detto che il referendum è inutile, stupido, addirittura dannoso. Ci hanno detto che siamo idioti ad andare a votare; hanno parlato di «immane sciagura» in caso di vittoria del sì. Il Governo, sperando nella pigrizia e nella disinformazione dei cittadini, ha buttato dalla finestra 300 milioni di euro (cioè l’importo annuale delle royalties) pur di non accorpare il referendum alle amministrative.
Hanno detto che si perdono posti di lavoro, ma si sono dimenticati di dire che grazie alle politiche folli di questo Governo, che regala 13 miliardi all’anno ai petrolieri e cancella gli incentivi alle rinnovabili, abbiamo perso 80mila posti di lavoro. Si dimenticano di dire che (ad esempio) in Basilicata il petrolio ha portato poche centinaia di posti di lavoro, ma ne ha distrutti migliaia nell’agricoltura e nel turismo.
Quanti ritengono inutile il referendum del 17 aprile hanno messo in campo forze economiche, giornalistiche e politiche inversamente proporzionali alla dichiarata inutilità.
Hanno detto e fatto di tutto pur di difendere un modello economico ottocentesco, fondato sulla rapina dei beni pubblici; un modello di intrecci, inciuci tra speculatori e i loro camerieri “politici”; e le inchieste iniziano a dirci già qualcosa.
Allora, care cittadine e cittadini, la questione è semplice.
Se vince il Sì in Italia le piattaforme entro le 12 miglia dalla costa dovranno fermarsi appena terminate le concessioni: così come succede in tutto il mondo civile. Verrà cancellata la norma introdotta nella Legge di Stabilità 2016 che – di fatto – regala a tempo indeterminato pezzi di demanio dello Stato, il cui legittimo proprietario sono TUTTI i cittadini italiani: non Renzi, né i petrolieri.
Votare sì, significa difendere i principî della legalità e dell’economia di mercato: significa utilizzare beni comuni nell’interesse generale e non di pochi.
Tutto questo non ci sembra né inutile, né dannoso. Difendere il nostro mare è un nostro diritto e un nostro dovere: per questo dobbiamo votare e far votare sì.
Così come è nostro diritto e dovere far sapere al Governo che danneggiare agricoltura, turismo, paesaggio e salute per estrarre meno dell’1% del petrolio e il 3% del metano e per quattro spicci, è diseconomico. Cifre ridicole di cui potremmo fare a meno se solo avessimo una politica capace di guardare al futuro.
Molti italiani hanno compreso la posta in palio: gli ultimi sondaggi dicono che il 47% degli italiani andrà “sicuramente a votare”. Significa che ci mancano circa 1 milione di voti per farcela.
Unisciti ora alla campagna: condividi e fai sapere che il 17 aprile andrai a votare sì. Il tuo esempio può convincere amici e parenti ad informarsi e non lasciare decidere all’astensionismo.
Il 17 aprile #VotaSì per un #MareDiLegalità
#IoVotoSì
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Fonte: http://ecoradicali.it/2016/04/trivelle-votiamo-si-non-fossilizziamoci-cambiamo-energia/
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