Caccia. Collegato ambientale: un passo avanti e due indietro

Caccia: un passo in avanti su richiami vivi e due indietro su caccia in deroga e strutture per la caccia da appostamento

Caccia: novità dalla Legge di Stabilità: prolungato il divieto di uso dei richiami vivi e il divieto di importazione di specie per scopo venatorio. Malissimo, invece, sulle nuove norme che danno campo libero alle regioni per la caccia in deroga e la deregolamentazione delle strutture di caccia da appostamento. Eppure la stessa Corte costituzionale le aveva dichiarate incostituzionali. Con il voto definitivo della Camera dei Deputati sul Collegato ambientale alla Legge di stabilità si attuano finalmente le disposizioni europee che vietano l’utilizzo di richiami vivi e l’importazione di specie alloctone a uso venatorio. E questo è un passo in avanti che riporta l’Italia nella cornice del diritto comunitario.

Caccia in deroga: ci risiamo

Ma, per un passo in avanti, se ne registrano due indietro. Il primo è quello che semplifica le modalità per attivare la caccia in deroga su scala regionale. Questo è un tasto dolente perché, più volte, l’Unione europea ha richiamato e sanzionato l’Italia per l’eccessiva disinvoltura che molte regioni hanno concesso in tema di caccia in deroga.

Strutture per caccia da appostamento: incostituzionali

Ben più grave è il secondo passo indietro che riguarda la “liberalizzazione” delle strutture di appostamento, peraltro vietate dalle direttive europee, se realizzate nelle aree umide.

Con il voto di ieri, si stabilisce che capanni e altane alti fino a 30 metri, potranno essere edificati su tutto il territorio nazionale, in spregio alle disposizioni edilizie e senza dover richiedere alcuna autorizzazione ai Comuni. Una norma del tutto illegale: in aperta violazione delle norme urbanistiche (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e edilizie (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.).

La Corte costituzionale, con la sentenza n. 139 del 13 giugno 2013, aveva già dichiarato l’incostituzionalità di tali procedure introdotte nella legislazione veneta della legge regionale 6 luglio 2012, n. 25 nelle parti in cui esenta gli appostamenti per la caccia (capanni, altane) dall’ottenimento dell’autorizzazione paesaggistica e dal titolo abilitativo urbanistico-edilizio.

Di fronte a una classe politica che, pur di tutelare i privilegi della lobby dei cacciatori e delle armi, è pronta a passare sopra alle norme di tutela del paesaggio e le stesse sentenze della Corte costituzionale, rinnoviamo l’appello a tutti i cittadini a sostenere la campagna #Scacciamoli che prevede, tra l’altro, l’abolizione della caccia in tutte le aree di pregio ambientale e paesistico. Invitiamo anche a sostenere la petizione al Ministro dell’Ambiente per l’immediato rientro nella legalità nella gestione dei Siti di Interesse Comunitario, rispettando quanto previsto dalla Direttiva Habitat per la cui violazione è stata appena aperta una procedura d’infrazione a carico dell’Italia.

Fabrizio Cianci, Segretario EcoRadicali – Associazione Radicale Ecologista

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Fonte: http://ecoradicali.it/2016/01/caccia-collegato-ambientale-un-passo-avanti-e-due-indietro/

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