"L'erba cattiva non muore mai", meno male Emma!

Emma Bonino è una guerriera: ha trascorso la sua vita a battagliare, vincendo e perdendo, comunque lottando.
Non si è mai arresa, questa signora che oggi ha perso il suo caschetto biondo e ha la voce arrochita dai tanti slogan che ha urlato. Neanche quando un po' di mesi fa un medico le ha messo in mano la lastra dei suoi polmoni spiegandole che quella macchia nera che se ne stava mangiando uno era un cancro. Una nuova guerra, ma questa volta vittoria o sconfitta avevano come posta in palio la vita.
Si è piazzata un turbante in testa, Emma, se l'è messo colorato, ha lasciato che il contrasto col pallore del suo viso fosse l'evidenza del fatto che non si stava arrendendo ed è andata avanti. Non si è nascosta, non l'ha mai fatto: praticava aborti clandestini ma lo faceva alla luce del sole, 40 anni dopo prestava le sue vene sottili per la chemio. E ancora una volta il mondo lo sapeva.
Poco tempo per piangersi addosso: questa malattia doveva essere un cavallo di Troia buono per sfondare la paura di chi, come lei, stava combattendo per la sopravvivenza.
E allora, va bene, raccontiamo in diretta radio che c'è un cancro vigliacco, che per un po' sarà un po' meno pubblicamente battagliera, ma sempre presente. Del resto, glielo ha detto anche il Papa: "L'erba cattiva non muore mai", e lei ci ha fatto su un sorriso, premurandosi, per una volta, di dare ragione a Santa Romana Chiesa. Così oggi, sempre in diretta radio, sempre con la sua voce arrochita ha annunciato di essere guarita. E siamo in tanti a festeggiarla.
Perché Emma Bonino non è solo l'altra faccia del Partito Radicale. Emma Bonino è una donna fiera, un esempio che va al di là della politica e che a volte con la politica non c'entra niente.
Emma Bonino è una che vive col sole in faccia anche di notte, è una che non conosce il buio della paura paralizzante. È una che la paura sa trasformarla, anche quando la paura è quella più grande, quella di morire.
Non poteva perdere, se anche il cancro l'avesse confinata in una bara di povero legno, lei avrebbe vinto insegnando, ancora una volta al mondo, che tutte le battaglie vanno combattute fino all'ultimo respiro: che siano per la liberalizzazione delle droghe leggere, per l'aborto, per la libertà del Tibet o per la vita. Niente si lascia incompiuto. Si va fino in fondo ed è questo che conta.
Non importa se non ci sono più capelli e sopracciglia, se la nausea rattrappisce le viscere e se la debolezza piega le ginocchia: si va avanti, si rivendica addirittura il diritto a salire al Quirinale.
Ci vuole coraggio a raccontarsi deboli quando per tutta la vita ci si è mostrati forti: ma questi sono i nuovi orizzonti della comunicazione, un po' voyeuristici, forse, parecchio umani, certo. Che l'umanità è questa roba qui: non conosce pudore, si ammala e soffre e non si vergogna della propria sofferenza.
Tra libri di sopravvissuti e testamenti on line di chi invece non è più qui, si lotta in compagnia, si condividono momenti che la solitudine renderebbe bui di terrore. Non si è più soli ad aggrapparsi alla vita: c'è sempre una fetta di mondo che lotta con te, che aspetta i risultati della tua Tac, che è pronta a gioire della tua guarigione o a piangere la tua morte. Magari neanche ti conosce, non ti ha mai stretto la mano e non ti ha sorretto la testa mentre vomitavi la bile solleticata dalla chemio, ma sempre presente e fa il tifo per te.
Io mi sono scoperta ultras di Emma. Ho sacramentato quando stava male e oggi mi sto bevendo una birretta brindando al suo ritorno nel mondo dei sani. Lei ha fatto tanto per me, ha combattuto tante battaglie che io non avrei mai avuto il coraggio di affrontare. Ha fatto di me una donna libera che può decidere del suo corpo e della sua vita. Sono felice di averla ancora qui, di sapere che potrò sentire la sua voce furiosa che urla uno slogan e si indigna per una ingiustizia.
"L'erba cattiva non muore mai", meno male, Emma, meno male!

Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/lerba-cattiva-non-muore-mai-meno-male-emma
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