Il conflitto delle intolleranze

 

 

 

occidente-oriente

Di Rosario Scognamiglio

 



 

 

Karl Popper definì  intollerante colui che  identifica   i tabù della propria tribù           come assoluti, assolutizzandoli fa si  che altri tabù di altre tribù    non si  conoscano, aprendo la strada alla totale   denigrazione e non accettazione dell’  “ALTRO”.

L’ attentato consumatosi il 7 gennaio alla redazione del settimanale di satira francese  Charlie Hebdo è senza ombra di dubbio un attentato figlio dell’ intolleranza religiosa e dell’ intolleranza politico-sociale. Non possiamo negare che sia stato un attentato diretto alla libertà di stampa, di espressione, di azione, insomma un attacco a quelli che sono i principi fondati di qualsiasi democrazia occidentale figlia dell’ illuminismo e della ragione.

Come da consuetudine, fiumi e fiumi, anzi, vere e proprie inondazioni di parole a condanna dell’ attentato terroristico si sono susseguite per giorni. L’ Europa e l’ Occidente tutto si è stretto attorno al dolore francese, prova, è stata  una delle più grandi marce che la storia della democrazia ricordi. Circa 2 milioni di persone, l’ 11 gennaio scorso, hanno abbracciato e sostenuto Parigi, 2 milioni di persone hanno marciato da place de le Republique a place De la Nation per difendere i principi fondati dell’ occidente democratico e per difendere, con “rabbia e orgoglio”, un’ identità  e  una cultura forgiatasi nell’ Illuminismo.

Ma terminati i giorni di patos, sbiadita la rabbia, la ragione deve “Illuminare”.

Se “ il secolo della ragione” ci ha garantito democrazia e diritti e quindi libertà d’ azione e di pensiero, non possiamo continuare a chiudere gli occhi come bestie da soma guidate dal padrone, non possiamo serrare gli occhi sulle colpe che l’ Occidente ha avuto nella gestione delle politiche con il Medio-Oriente.

Si è pensato che dopo i fatti del 2001, con l’ attentato al World Trade Center, il problema del fondamentalismo islamico si poteva risolvere con un attacco diretto”al islam”, spostando qualche carro-armato sullo scacchiere intercontinentale, come in una partita di Risiko, senza conseguenze, le cellule terroristiche sarebbero svanite per sempre, si è ignobilmente insistito poi, con l’ attacco nel 2003 in Iraq, l’ allora primo ministro inglese corse alla Camera dei Commons, stringendo in mano “la pistola fumante”: Le prove ( rivelatesi poi false)  che incastravano  il regime del Rais Saddam, circa la detenzione e l’ utilizzo di armi di distruzione di massa, andando a destabilizzare equilibri interni al paese tra minoranze religiose, già poco stabili.

Abbiamo continuato a chiudere gli occhi sulla questione Siriana, gli eccidi di Assad contro i ribelli siriani, non erano problemi dell’ Occidente; e proprio quell’ instabilità politica ha consentito ad una cellula terroristica di tramutarsi in stato.

Al-Baghdadi dando una terra e un nome al proprio stato ISIS (stato islamico di Iraq e Siria) ha elevato alla massima potenza, quei principi di fondamentalismo islamico, che trovano linfa nelle più estreme interpretazioni del Corano, che forse, con il libro sacro dei Musulmani hanno poco a che vedere.

Dando un territorio e una politica al fondamentalismo, l’ISIS, ha dato vita ad una nuova Shoah di Yazidi, Curdi, Assiri, Turcomanni e anche qui gli occhi dell’ Occidente erano serrati, fin quando i morti non erano abbastanza per poter intervenire…

Il risultato?  L’ occidente ha giocato nuovamente a Risiko, ma questa volta l’ azione è stata  più moderata , ha spostato,  sullo scacchiere intercontinentale, aerei per bombardare obbiettivi mirati al posto dei soliti carri-armati.

Per anni le democrazie Occidentali hanno giustificato, dinnanzi ai propri cittadini, gli interventi del 2001 e del 2003 in medio oriente, come azioni finalizzate all’ instaurazione di regimi democratici in quelle terre oppresse dai regimi islamici, hanno inteso la democrazia  quasi come un prodotto da esportare e loro i soli fornitori di tale prodotto.

Continuiamo a definire gli islamici ( termine un po’ generico e subordinato a varie interpretazioni) intolleranti, integralisti, fondamentalisti e senza ombra di dubbio tali principi liberticidi imperversano in buona parte del medio-oriente, ma premessa la definizione di “intollerante” citata sopra, quanto l’ Occidente, nel corso di questi anni, ha identificato i tabù della propria tribù come assoluti? Quanto l’ Occidente ha imposto ed esportato il proprio modello sociale come unico modello giusto, tradendo i principi del secolo dei lumi?  Quanto l’ occidente si è mostrato intollerante verso “l’ altro” e  ha fomentato lo scontro tra culture alternative?

Non si può più continuare a confondere  episodi scaturiti dalla follia pura di fondamentalisti, accecati dall’ interpretazione di un libro, con il modus operandi di una civiltà intera, sono inammissibili gli episodi di bassa propaganda di alcuni esponenti del centro destra italiano, che hanno bollato, sempre sulla scia dei fatti del 7 gennaio scorso, la civiltà orientale come civiltà inferiore rispetto a quella dei paesi dell’ ovest del mondo.

Eh allora va bene “la rabbia” va bene “ l’ orgoglio”, ma ora è arrivato il momento della POLITICA, e politica nella sua accezione più nobile è incontro e dialogo, è il superamento della vendetta.

 

Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=13302

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