Repubblica: aborto, diritti, no al nucleare: i Radicali mettono all'asta i manifesti di 40 anni di battaglie

Repubblica: aborto, diritti, no al nucleare: i Radicali mettono all'asta i manifesti di 40 anni di battaglie

Milano, 6 gennaio 2015

Discretamente teatrali, decisamente piantagrane, molta invettiva e molta inventiva, a volte profetici, spesso litigiosi. 'Laici, liberali, socialisti, verdi' recitava uno degli ultimi slogan radicali: di tutto, di più. La nuova sede dell'Associazione Enzo Tortora, proseguimento ideale della storica sezione di Porta Vigentina, è un seminterrato di 70 metri.

Accatastati e da rimettere a posto ci sono libri, relazioni congressuali, appunti e manifesti politici che partono dagli Anni '70. Da quando — sempre in Vigentina — Adele Faccio ed Emma Bonino praticavano gli aborti clandestini, prima che arrivasse la legge del 1978: lo sapevano a tutti, «a volte c'era la fila fuori dalla porta», racconta Lorenzo Strik Lievers, ex parlamentare e consigliere regionale, oggi 71enne. Lui la storia radicale se l'è fatta tutta, compresa quella degli albori, animata dal Mondo di Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari.

Ma il tema di oggi è un altro: sopravvivere. Per questo le nuove leve stanno organizzando un'asta. In vendita finirà parte di quella storia fatta di cartelloni e tazebao. Per andare dove e per fare cosa, anche quello è tutto da capire: «Il mondo radicale è fatto di associazioni diverse — racconta Claudio Barazzetta, 40 anni, Segretario della Enzo Tortora — con fisionomia e pratiche autonome. Ci sono gli istituzionali, i cultori della vecchia dottrina 'un radicale in ogni lista', i puristi della testimonianza».

La sensazione qui è che riuscire a rieleggere un nuovo consigliere comunale, al prossimo giro, non sarà facilissimo. Allora intanto ci si consola con il passato. La giovanissima tesoriera Barbara Bonvicini srotola manifesti e ognuno è un racconto a sé. Dell'aborto si è detto. Né era così facile parlare di omosessualità: «Sei uno di quelli? Riconquista la tua identità», era il grido del 'Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano'. C'è la storica foto del 1977, l'autonomo che impugna la pistola in via De Amicis. Anni in cui ci si picchiava con la polizia, ci si picchiava tra compagni di gruppi diversi, ci si picchiava (e ammazzava) tra rossi e neri. «Il giorno di quella manifestazione noi eravamo in uno stabile occupato — ricorda Claudio Marinoni — e facevamo lezioni di non violenza».

Poi sono arrivati gli 80's e il riflusso di una generazione, per qualcuno fu il ritorno alla vita privata, per molti la spirale della droga. E così ecco le battaglie antiproibizioniste, cioè un altro modo di combattere il fenomeno: non sul piano penale ma su quello sociale ('La legge sulla droga ha dato una nuova casa a tanti giovani. La galera'). Insieme anche la scoperta dell'ecologia, il referendum contro il nucleare insieme a Democrazia proletaria. O le primissime battaglie contro la 'partitocrazia' ('826mila candidati avanzano nelle città e nelle regioni, non cadere nelle loro mani'), un grillismo ante litteram che si tradusse, ad esempio, nel metodo della staffetta: cioè l'eletto che dopo due o tre anni si dimetteva e faceva posto a un altro candidato. «Prendi Lucio Bertè: un giorno prima che scattassero i termini per ricevere il vitalizio si dimise dal Consiglio regionale», dice Barazzetta. Solo che poi l''anticastismo' di professione ha finito per coinvolgere lo stesso Pr, che dopo lo scandalo affittopoli nel 2007 dovette abbandonare la storica sede, la comodità di 300 metri quadrati a prezzo politico dal Comune.

Le intuizioni sono state molte: gli 'Stati Uniti d'Europa' quando non ne parlava nessuno; i referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti quando non andava di moda dirne peste e corna; la responsabilità civile dei magistrati (quando Berlusconi era ancora solo un imprenditore). Altri temi sono sempre lì sul tavolo: la situazione delle carceri, la fame nel mondo, i diritti civili. Cosa resta? «La soddisfazione — chiosa Strik Lievers — , perché i valori di una minoranza sono diventati patrimonio collettivo».

Questo l'articolo di Matteo Pucciarelli apparso sulle pagine di Repubblica nell'edizione odierna.
L'articolo completo, corredato dalla photogallery, a questo link.

Tutti i diritti riservati
©laRepubblica
©fotogramma
©Matteo_Pucciarelli

Fonte: http://www.radicalimilano.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=7975:larepubblica-aborto-diritti-no-al-nucleare-i-radicali-mettono-allasta-i-manifesti-di-40-anni-di-battaglie&Itemid=101

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €