Con l’Associazione Coscioni per non farsi prendere in giro sui diritti civili
di Marco Perduca pubblicato su l’HuffingtonPost il 17/09/2014
Non ci interessa qui dissezionare i 45 minuti con cui il Presidente del Consiglio ha arringato il Parlamento per annunciare cosa vorrebbe fare nei prossimi 1000 giorni, chi vivrà vedrà, ma risulta difficile potersi dichiarare soddisfatti relativamente a quanto accennato sui diritti civili.
Matteo Renzi ha infatti affermato chiaramente che, entro il millesimo giorno, il governo avrà dotato l’Italia di una serie di riforme relativamente ai diritti civili. Si, avete letto bene, i provvedimenti relativi a quei temi verranno adottati più avanti ma sempre all’interno dei prossimi due anni e mezzo! Non che a oggi questo governo si sia caratterizzato per conquiste riformatrici in altri campi, ma annunciare che i diritti civili, cioè i fondamenti di una democrazia liberale, arriveranno alla fine di un’esperienza politica, la dice lunga sulla qualità del dibattito politico nazionale e le qualità della leadership dei “nuovi” della politica.
Ma cosa s’intende per diritti civili? I diritti civili sono quei diritti che l’Italia ha voluto codificare nei principi fondamentali della Costituzione repubblicana del 1947 e ulteriormente articolati nel Patto internazionali sui diritti civili e politici adottato 20 anni dopo dalle Nazioni Unite ed entrato in vigore 38 anni fa.
I cosiddetti diritti civili son quindi quei diritti che storicamente sono stati acquisiti con una serie di lotte politiche per affrontare, e sanare, eventuali discriminazioni che per motivi culturali o di tradizioni e religione hanno influenzato o bloccato il progresso umano per milioni di individui in tutto il mondo.
Possibile che in Italia, una democrazia costituzionale parlamentare da quasi settant’anni, esistano ancora delle discriminazioni per legge? Si, possibilissimo. Alle volte si tratta discriminazioni esclusivamente nazionali, altre volte frutto di leggi e politiche globali.
Le discriminazioni nazionali riguardano principalmente questioni legate alle scelte di fine vita, alle unioni civili e all’identità di genere e/o orientamento sessuale.
In Italia non solo è non è consentita l’eutanasia – attiva o passiva – ma è perseguito penalmente il “suicidio assistito” nonché l'”omicidio del consenziente”. Si tratta di una poderosa limitazione al diritto alla vita e alla dignità del vivere in generale. In Italia non è ancora possibile stilare un cosiddetto “testamento biologico”, ma anche se ciò fosse consentito – alcuni comuni hanno istituito dei registri per i “testamenti biologici” – non si potrebbe stabilire come e quando porre fine a un’esistenza che si ritiene non più degna d’esser vissuta.
Inoltre in Italia non è consentita a coppie omosessuali la possibilità di “contrarre matrimonio” – con tutto quello che amministrativamente deriva da tale “negozio giuridico” proprio come non è possibile una unione civile tra persone di sesso diverso.
Infine vi è anche l’impossibilità per un soggetto non coniugato di poter adottare.
Si tratta quindi di discriminazioni che vanno a colpire le libertà di scelta individuale. In questa categoria, da libertario, ci metto anche la possibilità di ingerire liberamente qualsiasi tipo di sostanza (si badi che non è proibito inalare il DDT…) intendendo le droghe – ma di questo abbiamo già parlato.
I diritti civili son quindi qui diritti figli del pieno rispetto della legalità costituzionale e degli obblighi internazionali – anche perché a più riprese la Consulta ha notato le discriminazioni indicando nel legislatore l’attore che dovrebbe sanare tale contesto e a più riprese anche la Corte europea sui diritti umani s’è pronunciata in vari campi.
Esiste un soggetto politico che oggi fa della protezione e promozione dei diritti civili parte integrante, anzi costitutiva, della propria esistenza? Si, esiste ed è l’Associazione Luca Coscioni che, per l’appunto, dal 19 al 21 settembre ha convocato a Roma il suo XI congresso che proprio di questi tempi parla. Parla e agisce.
Quindi per non farsi prendere in giro sui diritti civili l’appuntamento è all’Hotel Radisson per il prossimo fine settimana, e chissà che il Presidente del Consiglio non trovi il modo di condividere coi partecipanti un crono-programma di riforme civili meno vago. In Parlamento ci sono maggioranze abbondantissime a favore di questi temi, perché non sfruttarle finché dura?
Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=13056
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