Il popolo Inglese dovrebbe leggere le riflessioni di Camus!

pena-di-morte-venti-paesi-nel-mondo-638x425Di Rosario Scognamiglio

 

 

Nella consueta Newsletter dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, associazione della galassia Radicale che si batte per la moratoria della pena di morte nel mondo, viene lanciato un preoccupante allarme sulle percentuali di Britannici che vorrebbero reintrodurre la pena capitale, nel sistema di giustizia Anglosassone.

Il 45% dei sudditi di sua Maestà è favorevole alla pena di morte secondo l’agenzia di sondaggi YouGov , neanche a dirlo, gli elettori dello UKIP (partito nazionalista ed euroscettico di destra) con una base elettorale di circa 4.352.000 elettori (dato delle scorse europee), si sono mostrati entusiasti, esternando tutta la loro approvazione per la reintroduzione di tale pena come unico elemento di reale sicurezza per i cittadini  e  unico strumento deterrente per i “criminali”.

I nazionalisti di destra inglesi non sono i soli a riempire le folti schiere di chi vuol dare di nuovo lavoro al boia, ma anche altri cittadini di diverse estrazioni politiche e sociali, tant’è che il 45% degli intervistati, ha identificato  la pena capitale, come unico elemento di dissuasione  dal commettere azioni criminogene.

Se continuiamo a sfogliare le percentuali, il dato macabro è rappresentato dalla scelta del metodo di esecuzione: il 51% è favorevole all’ iniezione letale, il 25% preferisce la sedia elettrica, il 23 % e il 9% sono dei nostalgici dell’Inghilterra medievale, quella dei Plantageneti, infatti sono rispettivamente favorevoli per l’impiccagione e la decapitazione, il 19% è favorevole alla camera a gas e il 17% preferisce assistere all’ esecuzione, in maniera romantico-decadente, guardando il condannato trivellato dai colpi di un plotone di esecuzione.

Di sicuro stiamo parlando di un paese civilizzato e democratico, almeno in teoria, ma alcune tappe dell’evoluzione della giustizia inglese devono essere ricordate. Nel XVI secolo vengono introdotti 7 reati capitali: omicidio, tradimento, rapina piccolo tradimento (aggravante dell’omicidio per uccisione del marito), stupro, incendio e furto. L’ Inghilterra ha dovuto aspettare fino al 1933 per impedire l’uccisione di minori di 18 anni e l’ultima esecuzione per la legge sul tradimento si è avuta nel 1946, nel 1964 ci fu l’ ultima esecuzione per omicidio e l’anno successivo venne abolita la pena di morte per reati di omicidio, ma restavano puniti ancora, sempre con la stessa pena, reati come: incendio del palazzo reale, alto tradimento e pirateria con violenza; solo nel luglio del 1998 nel Regno Unito viene definitivamente abolita la pena di morte.

Questi dati dimostrano come L’ Inghilterra sia stata uno degli ultimi paesi dell’Europa occidentale e “Democratica” ad abolire la pena capitale.

Senza fare lezioni accademiche di puro diritto, un sommesso invito al popolo inglese andrebbe fatto, non scomodiamo i Britannici con le teorie di Beccaria, troppo dottrinale per i loro gusti, ma nel 1957 Albert Camus inizia le sue riflessioni sulla pena di morte raccontando di come il padre, spinto da un forte senso giustizia, partecipò con entusiasmo all’ esecuzione capitale di un omicida, che sterminò un intera famiglia di coloni ad Algeri, ritornato a casa dopo l’ esecuzione, l’ entusiasmo era svanito, fagocitato dall’ ansia e dallo sbigottimento della vista di un omicidio di stato.

Il filosofo francese, partendo da questo episodio, pone l’accento non tanto sul lato giuridico ma analizza le reazioni dell’animo umano alla pena di morte.

Camus, strappa con forza il velo moraleggiane che maschera di perbenismo la sostanziale differenza tra idea e reazione della società.

L’argomento principale portato avanti “dai partigiani della pena capitale” è l’esemplarità della condanna, le teste non rotolano, le vene non si gonfiano di veleno, i corpi non si bruciano solo per punire ma principalmente per intimidire chi vorrebbe imitare le stesse azione del condannato, si vuol prevenire per rendere sicura la società.

Peccato che dati già acclarati, dimostrano che la pena capitale non ha mai funzionato da deterrente per i reati, ma viceversa ha sempre esercitato un effetto fascinoso aumentando il numero dei reati , l’esemplarità che si vuol dare alla società ha degli effetti perversi che non possono essere previsti. Quindi chi inneggia all’ esemplarità della pena, non crede intimamente a quello che dice.

Se la pena di morte dovesse funzionare effettivamente da esempio, allora dovrebbe essere tutto estremamente pubblico e pubblicizzato, lo stato dovrebbe richiamare ad ogni esecuzione il popolo e mostrare ogni volta le mani insanguinate del boia, mostrando senza censura quella che è una pena superiore a qualsiasi legge del contrappasso, infatti la pena capitale uccide due volte , uccide prima l’ anima, l’ esistenza del condannato e poi il corpo.

Ora se gli inglesi ripristinassero la pena capitale, quale sarebbe la loro reazione ad un pubblica e pubblicizzata esecuzione, che faccia farebbero i Britannici, dotati di un invidiabile aplomb, assistendo, magari alle due del pomeriggio, in massa, a Trafalgar Square, ad un corpo penzolante dalla forca o ad un corpo trivellato di colpi o ad un uomo annientato da una scarica elettrica?

Forse la reazione sarebbe la stessa del padre di Camus, sottolineando tutto il perbenismo moraleggiante che c’è attorno a tale strumento di pena, identificando ancora l’abissale spacco tra idea e reazione della società.

Intorno al Big Ben ci sono sempre copiose nuvole e impenetrabili banchi di nebbia, le riflessioni del filosofo francese potrebbero dissolverle…..magari evitando che gli isolani del nord, tra qualche anno chiedano la reintroduzione dello Ius Primae Noctis!

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=12924&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-popolo-inglese-dovrebbe-leggere-le-riflessioni-di-camus

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