Caccia/Richiami vivi: la lobby dei cacciatori e delle armi ordina, il PD esegue
22 voti a favore, 18 contrari: è l’esito del voto di ieri presso la Commissione congiunta Ambiente e Industria del Senato che mantiene l’utilizzo dei richiami vivi. I richiami vivi sono piccoli uccelli catturati e imprigionati in gabbie talmente piccole da non permettere loro neanche l’apertura delle ali [
video] che vengono utilizzati nella caccia da appostamento per richiamare altri uccelli.
Si tratta di una pratica espressamente vietata dalla Direttiva “Uccelli” 147/2009/CE. Non a caso la Commissione europea ha aperto una
procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, contestando sia la cattura attraverso reti sia le deroghe che, a livello regionale, hanno portato all’autorizzazione di veri e propri impianti di cattura: oltre 170 quelli ufficialmente attivi ogni anno, 459 quelli autorizzati fra il 1994 e il 2005 in sei regioni: Lombardia, Marche, Toscana, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige. Tutto illegale.
Il voto di ieri (art. 16, del decreto legge n. 91/2014 sulla competitività) avrebbe potuto rappresentare l’occasione per far rientrare, almeno in questa materia, nell’alveo della legalità. Determinante il voto della delegazione del PD che, ad esclusione di Puppato e Cirinnà si è schierato come un sol uomo contro l’abolizione dei richiami vivi. L’amore del PD per cacciatori e armi non è una novità. Se "La caccia tiene in vita il territorio" fu uno degli slogan della campagna elettorale di Alessandra Moretti; ma ben più strutturali sono i legami tra il Partito e l’Arci Caccia.
Qualora non venisse ribaltato in aula il voto della Commissione di ieri, l’Italia rischia di pagare multe milionarie: invieremo la fattura a Largo del Nazzareno?
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