RIFORMARE LA GIUSTIZIA AFFINCHE’ L’ ITALIA TORNI AD ESSERE DEMOCRATICA
Se volessimo ricondurre ogni termine al suo significato etimologico, ci si accorgerebbe che Giustizia deriva da “IUSTUM”: Giusto, infatti dovrebbe identificare quel giusto termine che garantisce sia giustizia sociale, per apportare elementi di pax sociale fra il popolo, sia rieducazione e reinserimento per i soggetti rei. Insomma la giustizia è l’ armonia della società , già Platone con il suo”ta autou prattein” ,identificava la giustizia come elemento armonico dell’ anima e quindi dei cittadini che vivono e si esprimono in determinati contesti sociali.
E’ ormai da tempo che in Italia, paese democratico e civile, questo elemento di armonizzazione tra i cittadini e lo stato, si è progressivamente trasformato in elemento di disgregazione sociale, basta strappare il velo moraleggiante che copre una realtà atroce e barbara come il sistema carcerario italiano.
Gli istituti di pena, attualmente, sono fuori legge e calpestano ripetutamente i principi dell’ articolo 27 della costituzione.
Nelle carceri italiane per un sovraumano affollamento(65mila detenuti a fronte 47mila posti disponibili), gli elementi di rieducazione e di reinserimento del soggetto reo nel tessuto sociale si trasformano in elementi di desocializzazione, trasformando le carceri in “università della delinquenza”; basta dare un occhiata alle percentuali di reiterazione del reato per scoprire che in Italia sono tra le più alte d’ Europa.
Un provvedimento straordinario di Amnistia, previsto dalla nostra carta costituzionale, purché necessario, non basta a risolvere un problema molto più radicato.
Il vero cancro è nel sistema giustizia, partendo dai processi eccessivamente lunghi- nel nostro paese ci sono circa nove milioni di processi pendenti, 5. 257.693 in campo civile, 3,5 milioni in campo penale- passando per i continui abusi che molti magistrati fanno della carcerazione preventiva e della pena carceraria stessa, bypassando principi fondanti del nostro ordinamento penale, come il doppio binario che prevede di affiancare alle pene principale, pene alternative come la detenzione ai domiciliari; non è notizia d’oggi, ma dal 2001 lo stato italiano ha speso 81 milioni di euro siglando un contratto con il gruppo Telecom Italia, per l’ attivazione dei braccialetti elettronici,che servono per controllare il detenuto agli arresti domiciliari, il risultato è stato che solo 14 dispositivi sono stati attivati, inoltre, a coronare tutto ciò, manca una vera legge che disciplina la responsabilità civile del magistrato e consenta, come in tutte le democrazie, che sia il giudice, qualora questi commetta gravi errori di valutazione, a risarcire in prima persona il danneggiato.
In Italia, negli ultimi 22 anni, le vittime di una ingiusta detenzione o di un errore giudiziario sono state oltre 22 mila e 300 e nessun magistrato ha risposto in prima persona.
Questi dati rendono l’ Italia tutt’ altro che democratica, non volendo poi aggiungere i migliaia di detenuti suicidatisi mentre scontavano la pena, venendo quindi privati del loro diritto costituzionale di essere rieducati.
Per evitare il collasso della giustizia italiana, gli elementi da riformare potrebbero essere: la responsabilità civile del magistrato- affinché il magistrato risarcisca direttamente il danneggiato dal suo giudizio- la separazione delle carriere – dividendo il ruolo giudicante da quello inquirente- l’ abolizione dell’ obbligatorietà dell’ azione penale, per non lasciare che il magistrato perseguiti solo gli eventi delittuosi che ha intenzione di perseguire, magari per scopi puramente ideologici.
In fine una riforma strutturale e radicale di tutto il sistema carcerario, affinché gli istituti di pena non creino desocializzazione, ma permettano ai soggetti rei di espiare la colpa e garantiscano il reinserimento nel tessuto sociale, grazie a percorsi di rieducazione che vanno oltre la semplice detenzione.
La parola latina “Prudentia” , e non è una caso, deriva dalla parola greca “Phronesis”: Saggezza, quindi la “Iuris Prudentia” è la saggezza del diritto, quella che forse manca ai legislatori che si sono susseguiti nei palazzi del potere. L’Italia può tornare ad essere democratica solo se questo attuale sistema di giustizia viene riformato………Aspettiamo un legislatore illuminato dalla “Iuris Prudentia”.
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