Corriere della Sera – Roma – Linea C, la stangata di Marino

di Ernesto Menicucci
Un elenco di accuse, rimossi i vertici di Roma Metropolitane

«Autoreferenzialità», atti di indirizzo «disattesi», fiducia «compromessa». E, soprattutto, il dubbio «sull’affidabilità della gestione aziendale, in particolare rispetto alle scadenze di realizzazione della metro C», tempi di cui «la compagine manageriale era ben consapevole e che ha dimostrato di non saper gestire in maniera adeguata, rischiando di compromettere la realizzazione dell’opera». Nella guerra tra Campidoglio e Roma Metropolitane, il corto circuito tra amministrazione e una sua municipalizzata che si trascina da un anno, siamo all’epilogo. Ignazio Marino, seguendo le indicazioni dell’assessore alla Mobilità Guido Improta, firma l’ordinanza di revoca dei vertici della società, facendo decadere il Cda di nomina alemanniana: via il presidente Massimo Palombi e i due consiglieri Massimo Nardi e Andrea Laudato. E andrà via anche (ma la sua nomina dipende dal Cda) il dg Luigi Napoli.
Epilogo inevitabile, nell’aria da diversi mesi, talmente scontato da far sorgere una domanda: se i rapporti erano così tesi, perché il Comune non è intervenuto prima? In un certo senso, è il remake di quanto accaduto all’Ama: tutti sapevano che i vertici (anche quelli nominati da Alemanno) dovevano andar via, ma nessuno per un lungo periodo – è intervenuto. Qui, forse, la questione è ancora più delicata. Perché in ballo c’è una delle infrastrutture più importanti (e costose…) d’Italia – la metro C, appunto – e perché fin dall’inizio si è andati avanti tra montagne di carte, inchieste della Procura e della Corte dei Conti, rilievi del Collegio sindacale, blocco dei cantieri, frizioni continue, potevano essere evitati. La critica arriva da Riccardo Magi, radicale, eletto nella lista Marino: «Rimozione dei vertici tardiva e insufficiente. Qual è la linea dell’amministrazione?». L’ultima goccia è stato il decreto ingiuntivo di Roma Metropolitane contro il Comune, suo azionista, con la richiesta di 46 milioni di arretrati. E lì che è scattata la decisione di Improta che 1’8 luglio scrive al sindaco: «La società – si legge – ha sviluppato una preoccupante autoreferenzialità». Inoltre «nonostante le numerose riunioni da me convocate e presiedute per far fronte alle evidenti carenze gestionali, il io giugno ho dovuto sollecitare il presidente ad assolvere ad alcune attività necessarie per l’espletamento del preesercizio della linea C da parte di Atac». E anche in questa occasione, lamenta Improta, «Roma Capitale non ha potuto beneficiare di una risposta coerente». Senza contare che, il 3 luglio, la società «ha diffuso un comunicato stampa che, nel ricostruire in modo improprio la situazione di atti contabili e contrattuali, attribuisce responsabilità omissive al Dipartimento Mobilità».
Finita? Ancora no. Il Campidoglio ha altre rimostranze da fare a Roma Metropolitane. Uno, un «contegno dilatorio, generante danni, nei rapporti col consorzio Metro C disponendo o non contestando sospensioni di lavori motivate dalla mancata liquidazione di corrispettivi». Due, «il conferimento senza evidenza pubblica degli incarichi per il supporto al responsabile del procedimento e all’alta sorveglianza amministrativa della linea C». Tre, «la sottoscrizione dell’accordo attuativo del 9 set- tembre, senza il preventivo assenso degli enti finanziatori e senza cautelarsi con una clausola di sospensione dell’efficacia dell’atto fino al pronunciamento dei finanziatori stessi». Quarto, «la notificazione del decreto ingiuntivo». La battaglia, ora, si sposta sul piano legale. Secondo il Comune esiste la «giusta causa», i dirigenti del Cda sono pronti a fare ricorso. Secondo Palombi «le critiche che ci vengono mosse sono surreali. Abbiamo sempre seguito le indicazioni del Comune, e l’atto attuativo è stato redatto sulle indicazioni dell’assessore». Il Pd plaude: «Da tempo auspicavamo una nuova fase nei rapporti con metro C», dicono D’Ausilio, Panecaldo e Policastro. Il centrodestra attacca: «È Improta che si dovrebbe dimettere», dice Antonello Aurigemma (Fi). Luca Gramazio, anche lui forzista, aggiunge: «Marino scarica sui vertici un anno di fallimenti».

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Fonte: http://www.radicaliroma.com/wp/2014/07/corriere-della-sera-roma-linea-c-la-stangata-di-marino/

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