Stracciate due schede su tre: chiudono il Senato e ammazzano il referendum

di Marco Perduca pubblicato il 9/7/2014 su L’HUFFINGTON POST

Tra i vari emendamenti presentati in occasione della cosiddetta “riforma” del Senato, i relatori del provvedimento Anna Finocchiaro, PD, e Roberto Calderoli, Lega, ne hanno presentati alcuni relativi alle leggi d’iniziativa popolare e alla possibilità di convocare referendum abrogativi.

Se per presentare al Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare saranno adesso necessarie 250mila firma, oggi ne occorrono 50mila, per quanto riguarda il referendume le firme da raccogliere saranno almeno un milione, dalle attuali 500mila. Scenderebbe però il quorum, per la validità del referendum deve votare la metà più uno del numero dei votanti alle ultime elezioni della Camera mentre oggi occorre la metà più uno degli aventi diritto.

Non paghi, i relatori hann inoltre previsto un giudizio preventivo sull’ammissibilità del quesito da parte della Corte costituzionale, oggi previsto una volta effettuato il deposito delle firme in Corte di Cassazione, che arriverà al raggiungimento della metà delle firme. Infine si introducono anche dei limiti che recepiscono alcune decisioni della Consulta contrarie all’abrogazione di una o più parti di una legge, ovvero un solo articolo o un comma, per ottenere effetti diversi dalla legge in oggetto – i cosiddetti referendum manipolativi o additivi.

Che la normativa relativa al referendum necessitasse di una riforma era fuori di dubbio, tra le altre cose la popolazione è aumentata di quasi dieci milioni rispetto a quando fu adottata la Costituzione, ma che nel rivedere la possibilità dell’esercizio di controllo legislativo popolare si dovesse porci una pietra tombale sopra era un presagio che solo chi per anni ha praticato (anche) la via referendaria, come Marco Pannella, aveva avuto da tempo perché proprio contro il regime partitocratico aveva attivato la possibilità dell’uso della “terza scheda”.

Finocchiaro e Calderoli, col silenzio assenso di tutti, salvo qualche timidissima recriminazione del Movimento 5 Stelle, invece che andare ad adeguare le norme relative alla raccolta delle firme eliminando la necessità di far sottoscrivere i quesiti di fronte a un pubblico ufficiale, in Italia esiste danni l’autocertificazione, oppure di ampliare la facoltà di autentica a più categorie tra i quali i parlamentari stessi, dopotutto qualsiasi incensurato in Italia può unire in matrimonio chiunque, ovvero consentire la raccolta di firme su internet, pare che la pubblica amministrazione si stia trasferendo tutta online, si è pensato bene di raddoppiare la soglia delle sottoscrizioni necessarie senza agevolare il pieno godimento di un diritto costituzionalmente garantito grazie all’ampliamento a leggi e politiche già vigenti in materia di altri atti della pubblica amministrazione.

Non solo quindi si elimina l’elezione diretta dei membri del Senato – privato tra l’altro di potestà legislativa – con la proposta Finocchiaro-Calderoli si va, in buona sostanza, a cancellare anche la possibilità di dare ai cittadini l’opzione di emendare le leggi. Due schede su tre vengono mandate al macero, anzi, come bisogna dire oggi, non verranno mai più stampate con grandi risparmi per le casse dello stato.

Il Presidente Napolitano continua ad appellarsi alla “politica” affinché questa porti a termine le “riforme”, non vorrei che nella necessità di “far qualcosa” o di “farlo presto” per poi aprire un nuovo capitolo di storia patria si buttasse via il bambino con l’acqua sporca nella migliore tradizione contro-riformista di un paese che, quando contro leggi e politiche conservatrice e reazionarie è riuscito a portare al voto referendario i propri cittadini, ha guadagnato con amplissime maggioranze libertà civili e progresso per tutti.

Ah, ci vogliamo scommettere che qualcuno presenterà un emendamento, magari in aula e all’ultimo momento, per prevedere il quorum per il referendum confermativo delle modifiche costituzionali?

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=12858&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=stracciate-due-schede-su-tre-chiudono-il-senato-e-ammazzano-il-referendum

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