Lettere dal carcere. “Mi sono laureato per crepare in cella”

Data: 
Sabato, 21 June, 2014
Testo: 

Caro Il Garantista, ho saputo che da qualche giorno sei in edicola e siccome sono davvero pochissimi i quotidiani disposti a darci voce, voglio subito chiedervi luce e spazio per gli uomini ombra, come chiamo io noi condannati alla “pena di morte viva”, l’ergastolo senza benefici penitenziari, vale a dire con un reale fine pena mai.
Sono Carmelo Musumeci, attualmente detenuto nel carcere di Padova, condannato, in Italia – patria del diritto romano e di Cesare Beccaria – alla pena di morte viva: così viene chiamata tra di noi quella condanna che non ti dà nessuna possibilità, un giorno, di uscire. Ebbene è una vera condanna a morte, presa a gocce un po’ tutti i giorni e tutte le notti. Sul muro della mia cella ho scritto: “Io non sono né morto né vivo, sono solo un’ombra”.

Da tanti anni combatto contro l’ergastolo. In particolare combatto l’ergastolo ostativo, perché, allo stato attuale delle leggi, molti di noi ergastolani usciranno solo cadaveri dal carcere. Ma se la nostra Costituzione dice che “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato” (articolo 27) ai “buoni” che stanno fuori dal muro di cinta io continuo a chiedere che senso abbia rieducare qualcuno per portarlo rieducato alla tomba.
L’ergastolo ostativo è una pena disumana. Ho una compagna che mi aspetta da 23 anni, ho 2 figli e 2 nipotini e so che la mia famiglia avrà di me soltanto il mio cadavere. Combattere contro la pena dell’ergastolo è un po’ come fare una partita a scacchi con la morte: non puoi vincere. Però io non posso nemmeno perdere, perché ho qualcuno che mi vuole bene e che mi aspetta, senza rassegnarsi.

Anche tanti dei miei compagni non vogliono capire e molti di loro hanno scoperto che non usciranno mai solo dopo decenni di carcere. La legge dice che o collabori, cioè mandi in cella qualcun altro al posto tuo, o rimani dentro. Ma chi non se la sente di mettere in pericolo la vita dei propri cari, che dopo tanti anni ancora pagano per colpe che non sono loro? Per essere mogli, figli, nipoti di ergastolani? E chi vuol pagare la propria colpa senza farla pagare ad altri?
A tanti che mi dicono: “non è possibile che una persona che viene condannata sia colpevole per sempre”, io rispondo che siamo in Italia, non negli Stati Uniti o in altri paesi che, bene o male, non sono così crudeli: ti mettono a morte e basta. Qui vogliono ammazzarti un po’ alla volta, lentamente tutti i giorni, con la scusa di rieducarti, appunto, per l’aldilà.

Quando scrivo di queste cose c’è sempre chi mi ricorda di parlare anche delle vittime. Lo faccio molto volentieri, perché ciò che mi fa star male più di tutto è che la mia sofferenza, e soprattutto quella della mia famiglia, non è di consolazione a nessuno, perché il mio reato è per una guerra tra bande, non ci sono “vittime innocenti”. In realtà era così: io ammazzavo te o tu ammazzavi me. E questo vale per quasi tutti i condannati per reati associativi, cioè appunto quelli ostativi ai benifici penitenziari.
Quello che mi fa più rabbia della mia sofferenza, e di quella della mia famiglia, è che non serve a nessuno. Se facesse bene a qualcuno, la accetterei, invece vedo che non ha alcuna utilità.

Io sono entrato in carcere con la quinta elementare, poi ho preso la licenza media, mi sono diplomato, mi sono laureato in giurisprudenza e adesso mi sono iscritto alla facoltà di filosofia di Padova. Ma faccio tutto questo esclusivamente per passare il tempo, perché la società non mi darà mai la possibilità di rimediare al male che ho fatto facendo del bene. Eppure ci sarebbero tanti modi di scontare la pena Per esempio, preferirei spazzare le strade di qualche città, o fare volontariato in un Pronto Soccorso, perché credo che la pena si sconti quando esci dal carcere. Non chiuso in una cella senza far nulla.
Io e altri 1.500 ergastolani dovremmo morire qui dentro per placare la sete di giustizia di una società che in realtà vuole vendetta? A chi giova tutto questo?

Autore: 
Carmelo Musumeci, detenuto nel carcere di Padova e condannato all’ergastolo
Fonte: 
IL GARANTISTA
Stampa e regime: 
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Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/lettere-dal-carcere-%E2%80%9Cmi-sono-laureato-crepare-cella%E2%80%9D

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