Il Tempo – Comune sempre più rosa ma troppe consulenze
L’indagine Uil su status e conti capitolini Ed è guerra tra stakanovisti in Assemblea
«Marino batte Alemanno, ma la promozione è ancora lontana». È il giudizio della Uil di Roma e del Lazio, con il segretario generale Pierpaolo Bombardieri, sul sindaco capitolino, a 11 mesi dall’insediamento della Giunta da lui guidata. L’indagine «Alemanno e Marino a confronto: bilancio di un anno di attività», realizzata in collaborazione con Eures ha scosso le stanze della politica romana. Soprattutto la consueta disputa su presenti e assenti in Aula Giulio Cesare. Gli stakanovisti del consiglio comunale, nonostante la carenza di delibere, che segnano il cento per cento di presenze sono 12: i quattro consiglieri Movimento Cinquestelle (Marcello De Vito, Daniele Frongia, Virginia Raggi e Enrico Stefano); quattro del Pd (Erica Battaglia, Orlando Corsetti, Athos De Luca e Dario Nanni), due di Lista Civica Marino (Riccardo Magi e Franco Marino), uno della Lista Civica Marchini (Alessandro Onorato) e uno di Fratelli d’Italia (Fabrizio Ghera). «Maglia nera» invece per due tra i candidati a sindaco nelle elezioni comunali 2013: Alfio Marchini (Lista Civica Marchini) e Gianni Alemanno (Alleanza Nazionale Popolare) che non superano il 62%.
Al di là dell’appello dell’Assemblea capitolina, l’indagine Eures offre spunti interessanti. Spiccano il risparmio di 900mila euro (-28,3%), un numero inferiore di sedute di Consiglio, un incremento della presenza femminile e dei contratti stabili. Ma rimangono, come fa notare il segretario generale Uil Roma e Lazio, Pierpaolo Bombardieri, «ben 96 collaborazioni avviate quest’anno con un’uscita di bilancio preventivata di 12,5 milioni di euro e un costo medio pro capite di 130 mila euro: uno schiaffo ai disoccupati e cassintegrati del Lazio». Sotto accusa anche «i 24,5 milioni di euro di spese per i dirigenti di Roma Capitale, dieci volte di più dei 2,3 milioni di costo delle retribuzioni annuali dei rappresentanti politici (un milione per la Giunta, 1,2 per i consiglieri)». Un dato, quest’ultimo, comunque inferiore ai 3,2 milioni del primo anno di Alemanno sindaco, con un risparmio di 300mila euro per la Giunta e 600mila per il Consiglio.
E proprio dall’Assemblea capitolina arrivano cifre interessanti. Se da un lato ha ospitato 48 sedute in 10 mesi, molte meno delle 67 della precedente legislatura, con un impegno dei consiglieri per 238 ore, pari a 30 giorni lavorativi, rispetto alle 315 ore e ai 39 giorni di Alemanno, dall’altra fa registrare un surplus di partecipazione, 93,2% contro l’88,2% del periodo analogo. Gli atti approvati da giugno 2013 ad aprile 2014 dalla Giunta Marino sono invece 570, il 26,7% relativo a incarichi di lavoro. Seguono le delibere relative alla finanza locale (14,3%), alle società partecipate (9,8%), urbanistica (7,9%), affari istituzionali (6,8%). Identiche la priorità per la Giunta Alemanno, che nonostante i 771 atti convalidati, (il 26,1% in più) rivelatasi però meno produttiva in media: nei primi 10 mesi del sindaco dem sono stati approvati 11,4 atti, a fronte dei 10,4 dell’ex primo cittadino. Che si prende però una «rivincita» in Giunta: ciascun assessore del team Marino ha approvato 22,2 delibere, a fronte di 28,8 per Alemanno.
Le commissioni più attive, tra le 23 in funzione, invece risultano quelle al Commercio, presieduta da Orlando Corsetti, con 167 riunioni per un totale di 560 ore; seguono quella all’ «Urbanistica» (129 riunioni per 275 ore) e quella «Bilancio» (126 riunioni per 255 ore), tra le permanenti. La palma tra quelle speciali spetta alla «Controllo, Garanzia e Trasparenza» con 84 riunioni per 66 ore. Fanalini di coda «Politiche sociali» e «Salute» (52 riunioni per 87 ore) tra le permanenti e quella «Legalità e diritti» (4 riunioni per 3 ore complessive) tra quelle speciali. In totale, sono state 1.349 le riunioni convocate (1.082 permanenti, 267 speciali) per un totale di 2.308 ore di convocazione (rispettivamente 2.010 e 298).
L’amministrazione capitolina si tinge poi sempre più di rosa. Nel Personale di Roma Capitale sono infatti 16mila i dipendenti donna, il 68% del totale, a fronte di 7.700 uomini. Prevalenza femminile soprattutto per i lavoratori di categoria C (con 12mila impiegate contro 4.000), mentre tra i dirigenti la quota si riduce sensibilmente, con 87 donne (39,4% in valori assoluti) rispetto a 134 uomini. Meno donne, dunque, ma pagate di più: a fronte di un livello medio retributivo di 110,8 mila euro annui, il gentil sesso percepisce compensi per 111,2 mila euro, poco sopra agli uomini (110,6 mila). Un gap che aumenta nei Municipi, attestandosi a 4,5 mila euro all’anno, quelli che separano i 111,2 mila femminili dai 106,5 mila maschili. Infine, se i Dipartimenti Politiche sociali, Cultura e Turismo di Roma Capitale sono esclusivamente diretti da esponenti del gentil sesso, di contro l’Avvocatura capitolina è interamente al maschile.
«Ognuno si assuma le proprie responsabilità – conclude Bombardieri – però la città chiede di fare presto, di decidere e di cambiare i problemi sotto gli occhi di tutti: dai trasporti ai servizi sociali, alla scuola, alla funzionalità della macchina amministrativa. Su questo il sindacato è pronto a fare la propria parte, ma Marino deve correre».
S.N.
Fonte: http://www.radicaliroma.com/wp/2014/05/il-tempo-comune-sempre-piu-rosa-ma-troppe-consulenze/
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