Una giornata nelle patrie galere

Resta difficile riassumere quanto effettivamente accaduto a noi radicali ciociari nella visita di quasi 4 ore tra i detenuti del carcere circondariale di Frosinone, in quanto migliaia sono le di emozioni ed i sentimenti provati e tutti difficilissimi da tradurre in un report.

Ovviamente il ns primo pensiero e sincero ringraziamento và al ns segretario nazionale, Rita Bernardini, che con i suoi uffici ha permesso a noi di poter fare questo “viaggio” in questo sistema parallelo al ns ove vengono spinti coloro che hanno sbagliato dimentichi poi che, presto o tardi a seconda le pene inflitte e scontate, questi ritorneranno e saranno i ns vicini in autobus, in metropolitana, col carrello della spesa.

 

Spesso tra i mass media, talvolta con fare troppo disinvolto, sentiamo accordare a svariate persone capacità e doti subliminali rivendicando a queste le “le famose, connaturate , implicite peculiarità del popolo italiano”.

Se per sbaglio uno solo di questi giornalisti avesse il tempo di recarsi dentro un carcere nostrano troverebbe le tanto decantate “capacità italiche” altissimamente concentrate tra queste 4 mura, evidenti proprio ed in primis nel personale ispettivo che lì dentro opera e si spende nella sorveglianza.

Sono senza alcun dubbio persone normalissime ma con uno straordinario senso del dovere e del sacrificio e seppur in un organico sistematicamente insufficiente riescono a coprire ogni funzione a loro assegnata, e per di + in un luogo che non potremo definire facile, con un’abnegazione e capacità che ci è impossibile descrivere se nn invitando tutti a viverla almeno un giorno al loro fianco.

Encomiabili ci sono apparsi sotto ogni punto di vista. Sempre disponibili al dialogo coi detenuti, al confronto, alla battuta, aperti alla comprensione talvolta nn proprio meritevole, veramente buoni padri di famiglia, mai irritati o irritanti. Il merito di avere un corpo di vigilanza così specializzato ed altamente consapevole passa ovviamente per le enormi capacità di governo ed indirizzo esercitate dalla dirigenza dello stesso istituto che, come abbiamo potuto appurare, sa bene cosa, dove e quando applicare il suo governo di regola ed indirizzo. In una situazione nazionale caotica, convulsa al limite di una crisi sempre imminente vedere come si tenti e almeno si riesca nella stragrande maggioranza delle volte a esercitare le funzioni riabilitative che lo Stato deve obbligatoriamente esercitare nei confronti di chi ha commesso anche enormi errori nella propria vita, riconcilia e corrobora nella fiducia nelle stesse istituzioni.

Inutile riportare le mille e uno voci che tra i detenuti si sono rivolte a noi: varia e dolorosa umanità, direbbe il poeta, che per principio rifiuta l’autocommiserazione e reclama solo il suo diritto ad un vivere civile, seppur ristretto, nelle carceri e di poter dire la propria. Certamente in questa realtà si sono oramai persi, e per fortuna, tutti quei modi ruvidi e poco civili che hanno caratterizzato l’ambiente nei decenni passati: possiamo affermare appunto che non esiste più un approccio tra le parti presenti di superiore e subalterno. Lo diciamo con forza: meno male! Qui, forse, questa nuova pagina è stata scritta proprio grazie a noi radicali e alle ns continue e ripetute visite e proposte: tentiamo di dire che se le cose non sono degenerate, vista l’oramai cronica insufficienza di spazio all’interno del settore carcerario italiano, alle carenze in educatori, alla latitanza della magistratura di sorveglianza etc, un po’ lo si deve proprio alla prodiga e sentita partecipazione del ns movimento nel sistema carcerario italiano.

Purtroppo però le cifre sono catastrofiche. 530 detenuti stipati in una struttura che ne può ospitare 250, il sottodimensionamento della polizia penitenziaria è preoccupante, mancano almeno cinquanta guardie carcerarie con tutto ciò che ne consegue in termini di stress lavorativo, la struttura si presenta decadente ed ha bisogno di ingenti attività manutentive, nella sezione 4 dove vengono ospitati oltre cinquanta detenuti è presente una sola doccia funzionante e un solo lavabo, la raccolta differenziata è un’utopia e solo una percentuale ridotta è coinvolta in attività lavorative. Le educatrici sono solo cinque che non riescono a far fronte alle innumerevoli richieste, la modulistica per reclami e denunce scarseggia, i materassi sono spesso inidonei per qualsiasi attività di riposo.

Un nuovo padiglione è già pronto per poter ospitare altri 250 detenuti, ma è da oltre un anno che si aspetta il collaudo, anche se il personale e lo stesso direttore sono fiduciosi sulla ormai imminente apertura.

La struttura infermieristica può valersi di un valido e volenteroso dirigente medico che però ha a che fare con scarsità di mezzi interni e personale che varia in continuazione e che non riesce a garantire modus operandi e efficacia all’azione sanitaria. Un caso particolare ha carpito la nostra attenzione, quello di un 45enne romano, seminfermo di mente e incontinente che, con amore familiare viene accudito dal suo compagno di cella; il dirigento sanitario ci ha rassicurato che a breve verrà trasferito in una struttura sanitaria adeguata alla sua condizione di salute, speriamo che quel presto si trasformi in subito. Le mancanze sanitarie spesso dipendono dalle liste d’attesa della sanità nostrana che impediscono esami accurati in tempi ragionevoli. L’impegno per migliorare le cose certo non manca al nuovo direttore, ma è oggettivamente difficile migliorare una situazione deficitaria come questa.

 

Ns impegno dichiarato sarà quello di ripresentarci appena possibile in questa e nelle altre strutture di sorveglianza presenti nella ns provincia con l’intento di poter essere utili con le ns segnalazioni nn solo ai detenuti ristretti in quelle mura ma al “mondo parallelo” delle carceri italiane in genere, impegno da assolvere solo per trasmettere, quasi fotografare nella maniera + veritiera possibile, quello che veramente succede in “quest’altra parte del ns mondo” in modo che un domani da parte delle istituzioni nn si possa semplicemente dire “ non sapevo, ero all’oscuro di tutto”.   


Fonte: http://radicalifrosinone.wordpress.com/2014/05/25/una-giornata-nelle-patrie-galere/

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