Favia aderisce a “Sbanchiamoli”

Comunicato Stampa

Sostegno del consigliere regionale alla petizione per slegare le
Fondazioni bancarie dai partiti. “Rapporti spesso opachi con il
mondo della politica. Serve imparzialità
”.

C’è anche Giovanni Favia, il consigliere regionale indipendente,
tra i sostenitori della petizione presentata in Parlamento dai
Radicali Italiani per obbligare le Fondazioni Bancarie a cedere la
propria quota di partecipazione azionaria nelle società bancarie. Le
Fondazioni Bancarie, infatti, detengono il controllo delle banche, la
politica a sua volta controlla le Fondazioni Bancarie designando
attraverso Regioni, Province e Comuni parte dei componenti dei board
decisionali delle Fondazioni. Un circolo vizioso che ha ancorato
l’accesso al credito al mondo della politica a scapito, molto
spesso, del libero mercato e del rilancio economico, in Emilia come
nel resto d’Italia.

“La commistione tra politica e banche è solo uno degli aspetti
della politica vissuta come attività del tutto parassitaria alla
nostra società e che è ben esemplificata nel proliferare, ancora
oggi, di organismi il cui unico fine è giustificare la propria
esistenza fornendo poltrone e bilanci a cui attingere – spiega Favia
-. I partiti hanno portato dentro le Fondazioni, le banche, le
istituzioni ed associazioni finanziarie ed economiche di questo paese,
di questa regione, quelle attività di mediazione e bilanciamento
degli interessi che sarebbero perfettamente lecite, se avvenissero
pubblicamente e all’interno di assemblee elettive, quali i Consigli
comunali e regionali, ma che invece, così, diventano scambio di
favori e violazione delle regole della concorrenza e del mercato. Per
esemplificare bastare citare, qui a Bologna, il progetto, che potremmo
definire ecumenico di FICO in cui la cittadinanza e la società
regionale assistono solo come spettatori di decisioni prese
altrove”.

D’altronde per Favia la “Santa Alleanza” tra banche e partiti è
cominciata molti decenni fa e i suoi effetti si possono ritrovare,
oltre che nella difficoltà di accesso al credito privato, anche
nell’amministrazione dei beni pubblici. “Quando parlo di opacità
dei rapporti tra banche e partiti ne parlo per l’esperienza diretta
che ho avuto come amministratore, consigliere comunale, prima,
consigliere regionale, oggi – aggiunge Favia -. Il Comune di Bologna
ha sempre negato di detenere derivati, salvo, di fronte all’evidenza
di comparire nel documento della centrale dei rischi di Bankitalia,
ammettere di avere contratto in passato (2005) un derivato
rinegoziando un mutuo. La Regione Emilia-Romagna ammette di avere un
derivato acceso nel 2002 e rinegoziato nel 2004 (tasso fisso e
variabile) con scadenza 2032. Dell’operazione se ne occupava un ex
dirigente della Regione, poi consulente Unicredit, con un vantaggio
iniziale, per la Regione, ed una perdita considerevole sul lungo
periodo. La cosa che più colpiva non era tanto l’incapacità, di
Comune e Regione, nel valutare correttamente gli strumenti finanziari
adoperati, quanto la difficoltà ad ottenere briciole di informazioni
oltre che dalle banche interessate anche dalle istituzioni pubbliche.
Anche per questo credo che la proposta di legge contenuta nella
petizione presentata di Radicali Italiani contribuisca in modo
decisivo a portare un po’ di luce in un rapporto che per molti anni
è rimasto in penombra per poter tutelare al meglio i soliti interessi
di pochi”.

Fonte: http://www.radicalimasi.bo.it/blog/2014/04/11/favia-aderisce-a-sbanchiamoli/

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