Sostegno all’iniziativa nonviolenta di Davide Battistini: lettera aperta al Presidente della regione Emilia-Romagna
L’attivista romagnolo Davide Battistini ha intrapreso un nuovo sciopero della fame per chiedere che la regione Emilia Romagna applichi finalmente la legge regionale 3/2013 sul divieto di detenzione dei cani alla catena. Davide è oggi giunto al suo 43esimo giorno di sciopero. Una petizione in suo sostegno ha già raccolto più di 4.000 firme.
Anche “Parte in Causa” partecipa alla campagna per il sostegno a Davide Battistini e alle altre associazioni animaliste impegnate in questa battaglia di civiltà.
Questo il testo della lettera inviata oggi al Presidente della regione Emilia-Romagna Vasco Errani:
Egregio Presidente,
Con la seguente Le chiedo, a nome dell’Associazione Radicale Antispecista “Parte in Causa” di cui sono segretaria, di soddisfare le richieste avanzate dall’attivista romagnolo Davide Battistini, che il 20 gennaio 2014 ha intrapreso una nuova iniziativa nonviolenta, sotto forma di sciopero della fame, per chiedere che la legge regionale 3/2013 sul divieto di detenzione dei cani alla catena sia al più presto applicata e integrata da regolamenti che stabiliscano le condizioni di detenzione dei cani da parte dei privati. Chiedo inoltre che la sua Giunta si attivi affinché dell’esistenza della legge e dell’approvazione dei relativi regolamenti siano informati al più presto tutti i detentori di cani nella Sua regione, e che all’informazione segua una politica di severi controlli atta a sanzionare eventuali abusi.
In particolare, Egregio Presidente, Le chiedo, conformemente a quanto proposto da Davide Battistini e dalle altre associazioni animaliste regionali impegnate in questa battaglia di civiltà:
- di inserire nel regolamento una misura minima, per i recinti, pari a 9 metri quadri per ogni singolo cane e un aumento ragionevole di superficie per ogni ulteriore cane introdotto oltre al primo, e di concordare le ulteriori condizioni di detenzione degli animali d’affezione in concerto con le associazioni animaliste in modo da assicurare condizioni di detenzione davvero rispettose delle necessità etologiche degli animali;
- di approvare misure volte ad assicurare che la legge non possa venire facilmente aggirata dall’abuso di deroghe per motivi sanitari;
- di mettere in atto controlli efficaci affinchè la legge e i rispettivi regolamenti siano prontamente applicati.
È opportuno sottolineare che tali richieste hanno semplicemente lo scopo di far approvare dei requisiti e mettere in atto dei controlli atti a far sì che l’uso della catena per i cani sia davvero abolita nella Sua regione, e ad evitare che il suo abbandono come strumento di contenzione si traduca, di fatto, in condizioni detentive addirittura peggiori per l’animale. E’ del tutto evidente, infatti, che, in assenza di adeguata informazione sull’esistenza della legge, di condizioni minime obbligatorie di spazio da riservare ai cani rinchiusi nei recinti, di norme che regolino in modo rigoroso la durata massima di eventuali deroghe, e, infine, in assenza di controlli adeguati, la legge 3/2013 rischia di rimanere lettera morta o, eventualità ancora peggiore, di produrre esiti paradossali come ad esempio condizioni di detenzione dei cani da parte dei privati persino peggiori di quelle riservate ai cani ospitati nei canili.
La Giunta della regione Emilia Romagna ha già dimostrato di essere sensibile al tema del benessere animale con la promulgazione della L.R. 3/2013, con la quale l’Emilia Romagna è divenuta la prima regione in Italia a prevedere esplicitamente il divieto di catena per i cani. Ora Le chiediamo, Egregio Presidente, di dare un seguito a quella sensibilità già dimostrata, attivandosi per fare in modo che moltissimi cani ottengano finalmente condizioni di vita dignitose e rispettose delle loro necessità etologiche, di socialità e di movimento.
In conclusione, ci pare opportuno ricordare quanto ha autorevolmente ribadito la Suprema Corte di Cassazione (v. ex pluribus: C. Cass., sez. V, 3 dicembre 2003, n. 46291/2003) in merito alle condotte sussumibili nel quadro del reato di maltrattamento di animali ex 544-ter c.p.: “…non è richiesta la lesione fisica all’animale, essendo sufficiente una sofferenza, poiché la norma mira a tutelare gli animali quali esseri viventi capaci di percepire con dolore comportamenti non ispirati a simpatia, compassione ed umanità”.
In attesa di un Suo riscontro, Le porgo i miei migliori saluti
Maria Giovanna Devetag
segretaria di “Parte in Causa – Associazione Radicale Antispecista”
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