Con la nuova legge sulla droga pene da ricalcolare per duemila detenuti.
Sui 4300 detenuti rinchiusi a Poggioreale, Secondigliano e Pozzuoli, 1500 è dentro per droga e di questi, 600 per droghe leggere
articolo di di STELLA CERVASIO . Pubblicato il 14 febbraio 2014 su La Repubblica
Sarà più o meno “svuotacarceri” rispetto all’omonimo decreto, la sentenza che ha depennato la Fini Giovanardi? Un inaspettato rimedio oppure no, al sovraffollamento dei penitenziari, la bocciatura della normativa che considerava alla stessa stregua i reati per droghe leggere e pesanti? La sentenza è stata diffusa per il momento solo sotto forma di “comunicato”, ma anche negli uffici giudiziari napoletani ci si interroga sugli effetti della pronuncia della Consulta.
Se lo domandano magistrati, penalisti, associazioni per i diritti umani. Sui 7.950 detenuti di tutta la Campania, compresi quelli in attesa di giudizio, non meno di 2000 un terzo scontano pene per droga. Impossibile scorporare il dato sui reati di associazione e traffico internazionale da quello sui pusher di Scampia, o la cifra dei tossicodipendenti puniti per consumo da quelli che cumulano pene per rapina o estorsione ai familiari. Ma un dato napoletano interessante c’è: il Comando Interforze registra fra luglio 2012 e giugno 2013 1.576 denunce per stupefacenti. Di queste, 121 per produzione di droga, 1.425 per spaccio e 30 per associazione finalizzata a produzione e spaccio.
Sui 4300 detenuti rinchiusi a Poggioreale, Secondigliano e Pozzuoli, 1500 è dentro per droga e di questi, 600 per droghe leggere. Il dato è presuntivo: sarebbe tale se rispecchiasse la media nazionale del 40 per cento di detenuti per droga, e di questi un altro 40 per droghe leggere. Sul totale di 4300, 600 persone potrebbero essere i beneficiari della sentenza a Napoli e almeno 2000 in tutta la regione. Stando ai dati delle visite ispettive dei Radicali, a Poggioreale i tossicodipendenti sono il 30 per cento, 5 più della media nazionale, e in cura presso il Sert ce ne sono 800.
“Chi è in carcere preventivo o con sentenza definitiva – osserva Mario Staderini, presidente di PerlaGrandenapoli ed ex segretario dei Radicali italiani – dovrà presentare un’istanza per farsi ricalcolare la pena, quindi sicuramente servirà un intervento da parte del Parlamento e del Governo perché, non essendo previsto un automatismo, il paradosso è che si andrà ad intasare ulteriormente i tribunali. Il che rende ancora più necessario il provvedimento di amnistia“.
Secondo il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Carmine Antonio Esposito, i definitivi non sarebbero coinvolti: “Adesso si dice che saranno in tanti a essere rimessi in libertà. Io aspirerei che gli istituti penitenziari fossero vuoti – osserva il magistrato – ma non sarà così. Di questa sentenza si avvantaggeranno gli ancora giudicabili e quelli che commetteranno nuovi reati. Va considerato anche l’eventuale riflesso sulle misure alternative di detenzione (art. 94 Dpr 309/90)”.
Esultano i penalisti: “Avevamo detto a gran voce che la Fini-Giovanardi era una follia – dice l’avvocato Domenico Ciruzzi – Su questo presupposto sbagliato abbiamo riempito le carceri di ragazzini, e su questo tipo di protesta la Camera penale di Napoli in primis e le altre hanno più volte affermato che questa disposizione avrebbe intasato ulteriormente la macchina della giustizia. Dispiace accorgersi che le associazioni di magistrati, tranne singole voci, come quella di Quatrano o Lomonte, non hanno usato la stessa durezza con cui le Camere penali hanno definito l’iniquità di questa legge”.
Troppo lunghi i tempi per arrivare a una svolta. L’avvocato Riccardo Polidoro (“Il Carcere possibile”) commenta: “La cosa grave è che in questo paese si deve aspettare la Corte costituzionale, e nel frattempo la gente va in carcere. I giornali sbagliano titolo: non è “escono diecimila detenuti”, ma “ne abbiamo mandati dentro diecimila che probabilmente non ci dovevano stare”".
Il distinguo fra le droghe operato dalla Consulta, per i Radicali di Napoli è ben lontano dalla legalizzazione: “La nostra associazione – dice Staderini – ha raccolto 5000 firme per legalizzare almeno l’autocoltivazione“. Moderato ottimismo per tutti, fuorché per i magistrati. “Il nostro lavoro? Aumenterà secondo il presidente Esposito ma non per quantità. La nostra attività a Napoli richiede sempre maggiore qualità, e questo in presenza di una riduzione vertiginosa di personale amministrativo. Le nuove norme vanno sempre più ampliando le misure alternative e la valutazione è affidata caso per caso al magistrato, tendendo a escludere sempre più gli automatismi”.
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