Garante dei detenuti: ancora speranze e resistenze
Si è aperto ieri 12 febbraio a Palazzo Donini su iniziativa dei Radicali di Perugia il convegno sulla figura del garante dei detenuti , tema già presentato e dibattuto da tempo ma che oggi più che mai viste le condizioni drammatiche in cui versano le carceri italiane e umbre, rivendica e si presenta in tutta la sua urgenza e necessità.
L’incontro presieduto dal segretario dei Radicali perugini Andrea Maori e dal tesoriere Michele Guaitini ha visto la partecipazione attiva di varie personalità tra le quali : il prof. Stefano Anastasia, il prof. Carlo Fiorio,docente di Diritto penale , Francesco Del’Aira , ex direttore penitenziario, l’avvocato Monica Lorenzoni, i consiglieri regionali Goracci e Dottorini , le associazioni di volontariato.
Diversi gli interventi , notevoli le proposte e il fervore intorno alla questione; ancora tanta l’incertezza sul futuro.Tra i punti salienti del dibattito : il sovraffollamento disumano delle carceri , l’assenza della tutela e rispetto dei diritti individuali, il problema del disinteresse e disinformazione da parte della cittadinanza e delle istituzioni tanto da poter parlare di assenza di una vera “ cultura carceraria”, la speranza in un miglioramento conseguente alla bocciatura della legge Fini-Giovanardi (in vigore dal 2006) la quale equiparando senza distinzione il reato di spaccio di droghe leggere ( hashish, cannabis) con quello di sostanze più pesanti ha finito per incrementare il soprannumero di detenuti e livellare il tempo di detenzione.
Alla luce evidente dei fatti , si presentano tutte le contraddizioni e i paradossi di un’ideologia statica e conservatrice inadeguata difronte alle esigenze di una società che presenta caratteristiche sociali, culturali, economiche complesse .
La stessa Costituzione italiana e il Codice Penale si presentano in questo modo come documenti antiquati e oltraggiosi della dignità e diritti umani.
Importante inoltre l’esigenza di superare tanta vecchia mentalità stigmatizzante e la dubbia tanto discussa funzione rieducativa dei sistemi repressivi e coattivi.
A tal proposito , la figura del Garante dovrà farsi voce del detenuto e tramite attivo
tra interno ed esterno, creare una rete unitaria che preveda la collaborazione con il Garante nazionale e la costruzione di una comunicazione efficiente con tutti gli organi preposti : detenuto, magistrato, Azienda sanitaria , cittadinanza, istituzioni . Quindi , non espressione e frutto di logiche e interessi politici ma esclusivamente strumento tecnico, punto di raccordo e allo stesso tempo centro di diffusione di una struttura di relazioni e azioni ampia .
In attesa di un responso da parte del Consiglio Regionale umbro la questione resta ancora aperta.
Fonte: http://radicalipg.blogspot.com/2014/02/garante-dei-detenuti-ancora-speranze-e.html
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