La giustizia può attendere. Cinque anni

Data: 
Giovedì, 23 January, 2014
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VENEZIA Il procuratore generale Calogero anticipa i temi della relazione che terrà sabato

Dito puntato contro ritardi e lentezze. La soluzione?«Depenalizzare, modificare la prescrizione e i tre gradi di giudizio»
Giovedì 23 Gennaio 2014,
«La Giustizia così non può funzionare! Va radicalmente cambiato il sistema attraverso una radicale opera di depenalizzazione, modificando il regime della prescrizione e lasciando la possibilità di tre gradi di giudizio soltanto per i reati più gravi».
Lo dichiara il procuratore generale di Venezia, Pietro Calogero, alla vigilia della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario che si svolgerà sabato mattina a Venezia, nel corso della quale si farà il consueto bilancio dello stato di salute della giustizia della regione. Un bilancio come al solito difficile, sia nel settore penale che in quello civile, gravati da un enorme arretrato e da carenze croniche di personale. Calogero sostiene che l’attuale sistema non è sostenibile, «è un lusso che nessuno si potrebbe permettere». L’attuale regime delle prescrizioni, ad esempio, non fa che incentivare i ricorsi di chi spera che il processo salti perché è trascorso troppo tempo. E così si spegano gli 85mila procedimenti pendenti in Cassazione, quando in Francia o in Germania sono circa 5mila. Sul fronte civile il presidente della Corte d’Appello, Antonino Mazzeo, approdato in laguna da pochi mesi, intravede uno spiraglio positivo dall’imminente previsto arrivo di 22 giudici ausiliari, previsti da una recente legge, che, in aggiunta all’organico attuale, potranno contribuire allo smaltimento dell’enorme arretrato, che ammonta ad oltre 200mila fascicoli.
Mazzeo ha riconosciuto ai Tribunali della regione la capacità di smaltire abbastanza rapidamente il contenzioso civile: la situazione più drammatica riguarda la Corte che, nonostante riesca a definire più fascicoli di quanti ne arrivino, si occupa in gran parte di procedimenti precedenti al 2009. Per i fascicoli che arrivano oggi, mediamente l’udienza viene fissata tra 4 anni. In alcuni casi gli anni sono addirittura 5. Nel settore penale va evidenziato che ogni sostituto procuratore deve occuparsi di un migliaio di inchieste: «È un carico insostenibile - ha dichiarato il pg Calogero - Il problema è che in Italia si ritiene di dover risolvere tutto affidandolo alla giustizia penale, ma in questo modo si alimentano solo aspettative che rischiano di restare senza risposta. Nonostante il contesto difficilissimo, il contrasto alla criminalità è garantito grazie alla qualità e preparazione di magistrati e forze dell’ordine».
Il presidente dell’ordine degli avvocati di Venezia, Daniele Grasso, ha ribadito l’importanza del ruolo dell’avvocatura nella soluzione dei problemi della giustizia e ha denunciato il ricorso a continue modifiche spot delle norme, sull’onda emotiva: «Servirebbero invece riforme studiate e ragionate da tecnici, per comprenderne l’impatto e riuscire davvero a migliorare il funzionamento della macchina giudiziaria».
Alcuni dei dati contenuti nella relazione all’anno giudiziario appena concluso testimoniano la grave crisi economica che interessa anche il Veneto: il numero dei decreti ingiuntivi emessi dai Tribunali della regione nei confronti di persone che non riescono ad onorare i propri debiti sono aumentati del 6,29 per cento, arrivando a quota 35.352.
© riproduzione riservata

Autore: 
Gianluca Amadori
Fonte: 
IL GAZZETTINO
Stampa e regime: 
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Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/la-giustizia-pu%C3%B2-attendere-cinque-anni

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