Tramonta l’amore fra Pannella e Bonino. Carceri e battaglie perse

Data: 
Venerdì, 10 January, 2014
Testo: 

Il governo Letta sta logorando il rapporto tra i due esponenti storici dei radicali

Se Letta dovesse mettere tra i ministri «rimpastabili» Emma Bonino stavolta la voce di Marco Pannella non necessariamente si leverebbe in sua difesa. E la ragione si è scoperta domenica pomeriggio quando il leader storico radicale ha dedicato una decina di minuti piuttosto polemici al ministro degli Esteri al termine delle due ore della conversazione domenicale con Massimo Bordin a Radio radicale.

Il governo Letta in pratica sta logorando il rapporto tra i due esponenti storici dei radicali: Pannella rimprovera alla Bonino lo scarso entusiasmo nella lotta per «l’amnistia per la Repubblica». Battaglia per cui «non risulta» che la ministra abbia mai detto una parola in Consiglio dei ministri. Al contrario di quanto invece hanno fatto due ministri di area certamente non radicale: Anna Maria Cancellieri e Mario Mauro. I bene informati hanno detto a Pannella che lo scarso entusiasmo della Bonino alla battaglia per l’amnistia e la sua partecipazione non particolarmente strombazzata ai media alla marcia del 25 dicembre da San Pietro a Palazzo Chigi passando per Regina Coeli sia dovuta alla circostanza che i mentori di sinistra della stessa titolare della Farnesina, nota frequentatrice dei salotti dalemiani di «Italiani Europei», le abbiano fatto sapere chiaramente che Pannella può scioperare quanto vuole ma l’amnistia non passerà mai. E che l’Europa dovrà farsene una ragione della situazione carceraria italiana. Anche a dispetto del messaggio ad hoc di Napolitano al Parlamento dello scorso 8 ottobre che i presidenti di Camera e Senato neanche si sono degnati di mettere in discussione come pure la Costituzione più bella del mondo prevedrebbe espressamente.

E quindi la Bonino, che ama molto meno di Pannella le cause perse, sull’amnistia tiene un atteggiamento a dir poco defilato. Ma anche in politica estera Pannella non appare molto soddisfatto dell’operato della Bonino: da una parte le rimprovera di non avere avvertito le ong di area radicale del convegno sull’Africa e di averlo organizzato in maniera troppo istituzionale; dall’altra di non avere proposto il Dalai Lama a nome dell’Italia per un secondo Nobel per la pace. O in alternativa la candidatura di Rebia Khader, la leader non violenta degli Uiguri. Persone considerate spine nel fianco della Cina, specie da quando hanno rinnegato l’indipendentismo e hanno chiesto che le rispettive regioni restino all’interno dello stato cinese. Dimostrando una maggiore attenzione ai diritti civili degli stessi han, cioè la popolazione dominante dell’ex celeste impero. Sono in pratica diventati sindacalisti dei diritti civili di coloro che li hanno perseguitati, di qui la richiesta di Pannella apparentemente ignorata dalla Bonino.

La Bonino d’altronde essendo presa da decine di problemi diplomatici, a cominciare dalla questione dei due marò, avrebbe fatto garbatamente sapere a Pannella di non avere molto tempo in agenda per queste battaglie ideali.

Autore: 
Dimitri Buffa
Fonte: 
IL TEMPO
Stampa e regime: 

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Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/tramonta-l%E2%80%99amore-fra-pannella-e-bonino-carceri-e-battaglie-perse

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