Napolitano ha ragione ecco perché l’indulto oggi è indispensabile
Articolo di Ennio Fortuna, già procuratore generale di Venezia, su Il Gazzettino del 18.12.2013
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, attualmente anche segretario del Partito democratico, ha definito un clamoroso autogol la proposta di amnistia e di indulto avanzata dal presidente Napolitano aggiungendo, per chiarire meglio il suo pensiero, che non può considerarsi lesa maestà prendere posizione a distanza dal Capo dello Stato. Anch’io penso, come tanti, che approvare un’altra legge di clemenza dopo quella del 2006 sia una riprova dell’incapacità della classe politica di risolvere un problema annoso, e anzi ormai incancrenito. Eppure il punto da esaminare non è questo, e neppure il gradimento o la contrarietà del paese a un provvedimento che dovrebbe rimettere in libertà migliaia e migliaia di detenuti, definitivi e in attesa di giudizio. A tale proposito si può dare per scontato che la maggior parte degli elettori italiani vedrebbe con forte disappunto la liberazione di tanti condannati e imputati di gravi delitti che, secondo l’esperienza già vissuta numerose altre volte, sarebbero poi destinati a rientrare in carcere per effetto di ulteriori condanne, magari con revoca del beneficio concesso, tanto più che l’attuale crisi economica non lascia aperta alcuna seria prospettiva di occupazione.
Il problema vero che però Matteo Renzi si è guardato bene dall’affrontare e dall’approfondire si riferisce al quesito se il Parlamento abbia un vero e proprio spazio di discrezionalità. Ed è proprio la riflessione principale che ha condotto il Capo dello Stato a formulare la proposta, anzi le proposte operative. Come tutti sanno, i detenuti sono circa il doppio della capacità massima degli stabilimenti carcerari. La Corte di Giustizia dei diritti dell’uomo ha già più volte condannato l’Italia per violazione delle condizioni minime di trattamento riservate ai reclusi, e si appresta a ribadire la propria posizione. Ed è di questi giorni l’ultima pronuncia della Corte Costituzionale che, pur respingendo la questione di costituzionalità sollevata dai Tribunali di Sorveglianza di Venezia e di Milano, che, forse provocatoriamente, prospettavano l’illegittimità dell’art. 147 del Codice penale laddove non prevede la possibilità di un rinvio dell’esecuzione nel caso questa dovesse avere luogo in condizioni di mancanza del minimo consentito di umanità, ha però ritenuto di ammonire il legislatore, specificando che senza gli opportuni rimedi, sarebbe di nuovo intervenuta con provvedimenti più incisivi.
Insomma è impossibile far finta di nulla, non serve, come fa Renzi, dire che si tratta di un autogol, o peggio. Bisogna per forza intervenire, come appunto dice il presidente Napolitano con l’amnistia e con l’indulto, e non solo. Occorre prendere in esame anche altri provvedimenti di tipo strutturale per evitare che l’indulto e l’amnistia abbiano effetti sporadici e che subito dopo tutto torni come prima. Vengono subito in mente, la legge sulla droga con la parificazione delle sostanze leggere con quelle pesanti, la Bossi-Fini e la Cirielli. Verosimilmente non è possibile abolire la penalizzazione del traffico di canapa indiana, per effetto degli impegni internazionali in vigore, ma è certamente esagerato reprimerlo come il traffico di eroina. Analogamente va rivista la legge sull’immigrazione clandestina, e così anche il trattamento assolutamente spietato della recidiva. Buona parte dei detenuti è recluso per effetto di queste leggi, la cui umanizzazione, oltre che risolversi in un segnale di civiltà, consentirebbe di attenuare notevolmente il sovraffollamento. Personalmente, diversamente da Renzi e da altri, sono convinto che dovremmo essere tutti grati al presidente Napolitano per il suo messaggio alle Camere. Non si tratta di evitare quella che il sindaco di Firenze definisce una lesa maestà, ma di prendere atto che occorre effettivamente agire al più presto, tanto più che comunque, dall’alto, dall’Europa o dalla Consulta, giungerebbero provvedimenti drastici nella direzione indicata. E sarebbe un ulteriore smacco per un Paese che una volta veniva indicato come la culla del diritto e dell’umanità.
Il problema vero che però Matteo Renzi si è guardato bene dall’affrontare e dall’approfondire si riferisce al quesito se il Parlamento abbia un vero e proprio spazio di discrezionalità. Ed è proprio la riflessione principale che ha condotto il Capo dello Stato a formulare la proposta, anzi le proposte operative. Come tutti sanno, i detenuti sono circa il doppio della capacità massima degli stabilimenti carcerari. La Corte di Giustizia dei diritti dell’uomo ha già più volte condannato l’Italia per violazione delle condizioni minime di trattamento riservate ai reclusi, e si appresta a ribadire la propria posizione. Ed è di questi giorni l’ultima pronuncia della Corte Costituzionale che, pur respingendo la questione di costituzionalità sollevata dai Tribunali di Sorveglianza di Venezia e di Milano, che, forse provocatoriamente, prospettavano l’illegittimità dell’art. 147 del Codice penale laddove non prevede la possibilità di un rinvio dell’esecuzione nel caso questa dovesse avere luogo in condizioni di mancanza del minimo consentito di umanità, ha però ritenuto di ammonire il legislatore, specificando che senza gli opportuni rimedi, sarebbe di nuovo intervenuta con provvedimenti più incisivi.
Insomma è impossibile far finta di nulla, non serve, come fa Renzi, dire che si tratta di un autogol, o peggio. Bisogna per forza intervenire, come appunto dice il presidente Napolitano con l’amnistia e con l’indulto, e non solo. Occorre prendere in esame anche altri provvedimenti di tipo strutturale per evitare che l’indulto e l’amnistia abbiano effetti sporadici e che subito dopo tutto torni come prima. Vengono subito in mente, la legge sulla droga con la parificazione delle sostanze leggere con quelle pesanti, la Bossi-Fini e la Cirielli. Verosimilmente non è possibile abolire la penalizzazione del traffico di canapa indiana, per effetto degli impegni internazionali in vigore, ma è certamente esagerato reprimerlo come il traffico di eroina. Analogamente va rivista la legge sull’immigrazione clandestina, e così anche il trattamento assolutamente spietato della recidiva. Buona parte dei detenuti è recluso per effetto di queste leggi, la cui umanizzazione, oltre che risolversi in un segnale di civiltà, consentirebbe di attenuare notevolmente il sovraffollamento. Personalmente, diversamente da Renzi e da altri, sono convinto che dovremmo essere tutti grati al presidente Napolitano per il suo messaggio alle Camere. Non si tratta di evitare quella che il sindaco di Firenze definisce una lesa maestà, ma di prendere atto che occorre effettivamente agire al più presto, tanto più che comunque, dall’alto, dall’Europa o dalla Consulta, giungerebbero provvedimenti drastici nella direzione indicata. E sarebbe un ulteriore smacco per un Paese che una volta veniva indicato come la culla del diritto e dell’umanità.
Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2013/12/napolitano-ha-ragione-ecco-perche.html
- Login to post comments