Marcia di Natale 2013, Radicali (e non solo) a Roma per l’Amnistia. Le ragioni di una lotta ormai storica

articolo di Fabrizio Ferrante pubblicato il 4 dicembre 2013 su Espressonline (clicca qui)

A distanza di quasi due lustri, correva l’anno 2005, i Radicali torneranno a marciare per le vie della Capitale al grido ‘Amnistia’, nel giorno di Natale. Tra la scorsa manifestazione natalizia e quella in programma quest’anno si è tenuta quella del 25 aprile 2012 (clicca qui) ma in tutto questo tempo (nonostante l’indulto di prodiana memoria) i problemi dietro le sbarre e nelle aule di Giustizia, sono soltanto aumentati. Prima di entrare nel merito della marcia di Natale 2013, è necessario capire per quale motivo in tutti questi anni nulla è realmente cambiato, almeno in meglio. Viceversa le condizioni detentive sono sempre ben oltre i limiti della tollerabilità e le morti, per suicidio o per altre cause, continuano a imperversare da Nord a Sud. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, il drammatico caso di Federico Perna (clicca qui).

Come ha fatto notare il segretario di Radicali Italiani, Rita Bernardini, nel corso della recente riunione della Direzione di Radicali Italiani, senza l’impegno dei Radicali e in primis di Marco Pannella, oggi non parleremmo di 68 mila detenuti in 37 mila posti (quelli veri) bensì di oltre 100 mila. Ma per quale motivo si verifica un tale problema carcerario, con centinaia di arresti al giorno specialmente al Sud? Forse gli italiani sono improvvisamente diventati tutti delinquenti? Spesso abbiamo evidenziato i dati Istat e del Dap, secondo cui il 40% dei detenuti sono in attesa di giudizio e la metà di questi finiranno assolti alla fine dell’interminabile processo.

Ancora, il 38% dei detenuti sono colpevoli di aver violato la Fini-Giovanardi sulle droghe, parliamo di quasi 30 mila cittadini. Percentuale simile anche per i detenuti immigrati, il cui status di clandestini che sopraggiunge anche in casi accidentali come la perdita del posto di lavoro, li rende immediatamente passibili di arresto qualunque cosa facciano. Inevitabile, per costoro o per chi arriva in Italia senza documenti, l’accesso a fonti illegali di sostentamento con relativo impatto sulla realtà carceraria. Se a tutto ciò si aggiunge un altro devastante impatto, quello della ex Cirielli sulla recidiva, il cocktail carcerogeno è completo. Spesso, infatti, capita che cittadini macchiatisi di reati bagattellari e senza vittime, si trovino gravati da pene lunghe diversi anni a causa dei cumuli e dei meccanismi di inasprimento inseriti in quella norma, da tutti oggi rinnegata.

Tutte leggi votate durante i governi Berlusconi, con buona pace di chi oggi pretende dal Cavaliere e dai suoi sodali un contributo determinante per il ripristino della Giustizia nel nostro paese. Infine, non può mancare l’ennesimo appello affinché non si facciano le cose a metà: se dev’essere clemenza, sia clemenza totale e quindi si facciano anche le riforme. Non solo Indulto,come caldeggiato oggi da Giorgio Napolitano (clicca qui) ma anche Amnistia e una rivalutazione su ciò che dev’essere e ciò che non dev’essere reato penale. Ovvero depenalizzazioni di reati senza vittime come il possesso di droghe (meglio ancora se legalizzato, così come la vendita) il piccolo spaccio e la coltivazione per uso personale. La Fini-Giovanardi, ricordiamo, sarà presto al vaglio della Corte Costituzionale, che potrebbe sancirne l’incostituzionalità (clicca qui). Rendere non più penalmente rilevante lo status di clandestinità e prevedere misure alternative per quei reati come (per fare un semplice esempio fra tanti) la contraffazione o la vendita al dettaglio di prodotti illegali, che a Napoli genera una mole abnorme di detenuti.

Tutte condotte, insieme ad altre non troppo lesive per terzi, punibili in maniera molto più utile ed efficace con misure alternative che, ad oggi, in Campania soprattutto risultano comminate in percentuali da prefisso telefonico. Come spesso ricordato dai rapporti di Antigone e di altre realtà sensibili al tema. Non resta quindi, sulla base di queste informazioni, che aderire alla marcia di Natale di cui pubblichiamo il testo rinvenibile nella pagina dell’evento Facebook (clicca qui) dedicato alla manifestazione. Una manifestazione dove si ricorderanno al resto del paese il contenuto del messaggio alle Camere del Presidente della Repubblica (clicca qui) e le imminenti sanzioni della Cedu ai sensi della sentenza Torregiani, che scatteranno laddove l’Italia non riportasse nella legalità il sistema carcerario e quello giudiziario. Con riferimento anche all’estrema lunghezza dei tempi dei processi. Tale termine è fissato dall’Europa per maggio 2014.

Ma ecco il testo con cui, attraverso Facebook, i promotori (Radicali ma non solo, come dimostra l’elenco di personalità che riportiamo sotto) invitano militanti, parenti di detenuti e comuni cittadini a partecipare alla marcia di Natale: 25 DICEMBRE – MARCIA DI NATALE PER L’AMNISTIA!

“Come nel 2005, già Don Mazzi, Patrizio Gonnella dell’associazione Antigone, Eugenio Sarno, Don Ettore Cannavera, Valerio Spigarelli Presidente dell’Unione Camere Penali, Luigi Manconi Presidente Commissione Diritti Umani in Senato, Valerio Spigarelli Presidente dell’Unione Camere Penali, Marco Arcangeli il Presidente Camere Penali di Rieti, Angiolo Marroni Garante diritti dei detenuti della Regione Lazio, Salvo Fleres già Garante dei diritti dei detenuti per la Regione Sicilia, Stefano Anastasia associazione Antigone, Sandro Gozi Vicepresidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Ilaria Cucchi, sono fra i promotori!  Stavolta partiamo da San Pietro e arriviamo a Largo Chigi (GOVERNO)

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=12157&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=marcia-di-natale-2013-radicali-e-non-solo-a-roma-per-l%25e2%2580%2599amnistia-le-ragioni-di-una-lotta-ormai-storica

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