Bordin Line del 5 dicembre 2013

A volte il cronista saggio, o che ha la presunzione di ritenersi tale, propende all’autocensura. Non per pavidità, va da sé, ma appunto per presunta saggezza, o eleganza che è la stessa cosa. Si può temere di cadere in ostaggio di un pregiudizio negativo, cedere razionalità a un preconcetto. Per esempio a me capita se vedo un comunicato congiunto di Donatella Ferranti, pm che presidia la commissione giustizia della Camera e ha la temerarietà di spiegarci la divisione dei poteri, Walter Verini, alter ego dai tempi del liceo Tasso del quasi omonimo Veltroni, neofita entusiasta delle trame mafio- stragiste-trattativiste, e infine Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd. Hanno fatto il comunicato per chiedere conto delle iniziative dell’esecutivo per proteggere i pm di Palermo e tutta la popolazione dal rischio di una nuova strategia stragista della mafia, notizia che – imputano al governo e non alla procura palermitana – non doveva trapelare. Visto che per responsabilità imprecisate, e che pure facilmente potrebbero precisarsi come può osservare qualunque profano, la notizia è trapelata, cosa fa il governo? Questa la domanda degli interroganti. È sconsigliabile, ci permettiamo osservare, una risposta articolata da inserire negli atti parlamentari. Meglio agire senza mettere manifesti. Al massimo si può dare atto agli interroganti di essersi astenuti almeno dal chiedere: “E il ministro Bonino che fa?”. L’interrogativo più trendy, a quanto pare.
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di Massimo Bordin – @MassimoBordin
Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/bordin-line-del-5-dicembre-2013
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