La Partitocrazia distrugge il registro dei tumori in Campania
Dopo le ultime “rivelazioni” del pentito della camorra Schiavone, si è tornato a parlare di emergenza ambientale in Campania e in particolar modo nelle provincie di Napoli e Caserta, la cosiddetta “Terra dei fuochi”. Molti sono stati i cortei di cittadini a sfilare nelle strade dei principali comuni a difesa della propria salute, messa in pericolo dal forte inquinamento che seguita da diversi decenni . Molti sono stati anche gli interventi di esponenti politici a difesa dell’ambiente e contro ogni forma d’inquinamento ma la maggior parte delle responsabilità, di questo disastro ambientale, è da addossare proprio al mondo della politica. È da diversi decenni che la comunità scientifica denuncia il forte inquinamento, sempre in aumento, che si registra, fra le provincie di Napoli e Caserta e soprattutto ha dimostrato come in questa zona esiste una correlazione fra inquinamento e la salute dei cittadini. Uno dei primi studi, su questa correlazione è del 2004, quando su una rivista scientifica, venne pubblicato un articolo dal titolo “Il Triangolo della Morte”. In questo articolo si fa riferimento a una vasta area, che comprende i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, un’aria molto abitata, dove pare che i decessi a causa di patologie tumorali siano notevolmente maggiore di quelle che avvengono nel resto del paese. Infatti, solo per citare qualche esempio : La media nazionale di morte a causa di tumore al fegato è del 14%, nel triangolo della morte si arriva al 38,4%. Lo stesso articolo dimostra, come quest’ alta percentuale di decessi a causa di patologie tumorali, sia dovuto alla presenza di rifiuti tossici, illegalmente versati nelle tante discariche abusive e in quelle a norma, almeno sulla carta. Nella stessa area, è stata registrata, anche una forte presenza di diossina, sprigionata dalla combustione e/o della degradazione dei rifiuti. Negli anni l’emergenza si è allargata a tutta la provincia di Napoli e Caserta e nel 2008, giunge al termine un altro studio, questa volta dell’Istituto Superiore Della Sanità, che conferma la correlazione fra inquinamento e decessi a causa di patologie tumorali, che sono sempre più frequente, nelle vicinanze dei siti dove si versano rifiuti. A intervenire in merito è Luca Bove, Segretario dell’Associazione Radicali Caserta “Legalità & Trasparenza” e componente del Comitato Nazionale di Radicali Italiani: “ E’ ormai chiaro, visto gli innumerevoli studi scientifici, di come le tante conseguenze del forte inquinamento, stanno distruggendo un immenso territorio che un tempo era incontaminato e fertile. Noi dei Radicali Caserta avevamo denunciato questo stato di fatto nell’Aprile del 2011 in un dibattito pubblico nel quale alla presenza della allora parlamentare Radicale Elisabetta Zamparutti, proponemmo l’istituzione del registro dei tumori nella provincia di Caserta, l’unico strumento in grado di dimostrare legalmente la correlazione fra inquinamento e le patologie tumorali presenti nella nostra provincia”. Bove continua “ Dopo alcuni mesi la Regione Campania approvò il registro dei tumori regionali ma purtroppo ancora non si conoscono i dati. E’ molto interessante anche ricordare il lungo percorso, che ha portato a mettere in atto, solo in teoria, questo prezioso strumento: Era il lontano 1987, quando la legge regionale N° 36, istituisce L’Osservatorio Epidemiologico Regionale, ma dopo quasi dieci anni nessun dato fu raccolto e nel 1995 viene istituito il Registro dei tumori per 35 comuni della provincia di Napoli ( ASL NA4 ) in seguito il Registro dei tumori viene allargata a tutta la provincia di Napoli e a quella di Salerno. Nel Agosto del 2005, nell’ambito del Piano regionale della prevenzione, vengono stanziati 2.408.932.00 di euro annui, fino al 2007 , per potenziare la raccolta dei dati sui malati tumorali, sia nella provincia di Napoli che in quella di Salerno. Si continua nello stanziamenti di fondi, infatti nel 2007 il decreto regionale del 17 luglio n°1293, stanzia un altro milione e mezzo di euro per Il Programma di monitoraggio e bonifica nelle provincie di Napoli e Caserta e gran parte dei fondi dovevano servire per il potenziamento dei registri dei tumori e si poteva contare anche su altri 500 mila euro, fondo per spese impreviste, senza tener conto che nel 2008 venne stanziato un altro milione di euro.” Bove continua ad elencare le principali tappe del tortuoso percorso del registro dei tumori in Campania: “ Nel 2009, con il decreto dirigenziale n° 426, viene stanziato un altro milione e mezzo più altri 800 mila euro, con il decreto n°145 , da dividere tra le 7 ASL campane e la Fondazione Pascale e finalmente si arriva al 2012 con l’approvazione del registro dei tumori.” Bove continua “ Nonostante siano passati molti anni e stanziati diversi milioni di euro il registro dei tumori in Campania ha raccolto pochissimi dati e per quanto riguarda la provincia di Caserta i dati raccolti sono pari allo zero, per cui in un’intera provincia, colma di rifiuti tossici e dove l’attività di numerosi cementifici, creano un inquinamento molto alto, manca l’unico strumento che possa legalmente dimostrate la correlazioni fra inquinamento e salute dei cittadini e questo è da addossare all’intera classe politica campana che a discapito di noi cittadini ha sprecato denaro pubblico senza ottenere nessun risultato. “Bove conclude “ Noi dei Radicali Caserta crediamo nello strumento dei tumori e riteniamo che in una regione a rischio come quella campana, occorra l’istituzione del registro dei tumori comunali, solo in questo modo sarà possibile individuare i diretti responsabili che si sono arricchiti distruggendo il territorio a discapito della salute dei cittadini.”
!doctype>Fonte: http://www.radicalicaserta.com/?p=457
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