Treviso, 4 ottobre 2013. Visita ispettiva al carcere di Santa Bona.

 



Il Consigliere Regionale Diego Bottacine Margherita Vergani, di VenetoRadicale, hanno visitato la Casa Circondariale di S. Bona a Treviso. 
La prima notizia forte che colpisce è il numero di detenuti ristretti: 259 contro i 128 per i quali la struttura è stata costruita. Esattamente il doppio della capienza! Il direttore ha parlato di picchi di anche di 300 persone, nei momenti peggiori.
Il sovraffollamento costringe ad ospitare i detenuti perfino in celle piccole come loculi, 4 letti in 10 mq, dove se uno dei 4 ospiti scende dal letto, un altro deve ritornarci, per fargli posto. Abbiamo visto una cella più grande, dove si accalcavano ben 7 persone. L'ozio qui regna sovrano: 20 ore al giorno, fermi in cella, 4 ore d'aria al giorno, non nel prato, ma in un ambiente di cemento senza tetto. Il campo sportivo viene usato alcune ore a settimana, a turno, ma necessita di interventi costosi che l'amministrazione penitenziaria non può permettersi. Diffusissimo l'uso di ansiolitici e antidepressivi per calmare la sofferenza psicologica e prevenire situazioni più estreme. Si denuncia una presenza degli psicologi della ASL sporadica, carente, non attenta alle singole esigenze dei diversi pazienti. Buona l'opera dei medici fissi , 2 al giorno (+ 2 turnanti), anche se insufficiente, visto il numero di detenuti. Carente l'assistenza notturna: 1 medico per 260 ospiti! 
Buone l'attività scolastica all'interno delle mura, con aule e spazi dedicati (con la collaborazione interna della scuola media Coletti), ed è presente l' attività lavorativa con reparti di falegnameria, meccanica e informatica  ospitate nei laboratori interni che occupa  però ancora pochi reclusi nell'istituto.  
Si auspica una maggiore occupazione retribuita delle persone detenute dando loro modo di proseguire con il mestiere e le competenze acquisite nel periodo di reclusione. Questo potrebbe succedere se nuove ditte seguissero l'esempio di Nice automation, Contarina e altre della provincia.
Da sottolineare in merito l'impegno della coordinatrice Maria Letizia Troianelli, che conosce bene le criticità della struttura e la complessità dei bisogni degli ospiti dell'istituto e pone l'obiettivo di uno strumento che chiama “accompagnamento” virtuale dell'individuo durante la reclusione, il seguirlo in un processo di maturazione interiore che gli permetta di essere più forte e diverso nei propri obiettivi una volta uscito dalla detenzione.
Questo potrebbe realizzare il fine massimo che la pena si pone e cioè la riabilitazione.
Associazione VenetoRadicale ribadisce la condizione di disumanità di questo come altre carceri del veneto, originata in primo luogo dall'inaccettabile sovraffollamento. 
Unica alternativa immediata può solo essere l'amnistia seguita da una riforma del sistema giudiziario, e ci auguriamo che i quesiti superstiti della campagna referendaria radicale, consegnati il 30 settembre in Cassazione, diano una spinta in questa direzione. 

Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2013/10/treviso-4-ottobre-2013-visita-ispettiva.html

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