SEN. COMPAGNA INTERVENTO AL SENATO SU DIBATTITO PER FIDUCIA AL GOVERNO

RESOCONTO STENOGRAFICO INTERVENTO IN AULA
SEDUTA N. 115 DEL 02/10/2013 (fiducia al Governo) COMPAGNA (GAL)
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Signor Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, il Governo della Repubblica chiede oggi al Senato di non interrompere il percorso iniziato cinque mesi fa.
Le ragioni per le quali è stato necessario questo dibattito credo siano state efficacemente sintetizzate in quella incestuosa sovrapposizione di scadenze e di vicende. Non ce l’ho con la correttezza del presidente Stefano, non ce l’ho con la passione del Capo dello Stato. Semmai, mi è parsa troppo algida l’imperturbabilità del Presidente del Senato su queste connessioni nei mesi scorsi.
Non parlerò oggi, in questa occasione, di legge Severino e dintorni. Ma siccome, onorevole Presidente del Consiglio, da parte sua sono state dette sul diritto di difesa, e quindi di ascolto irrinunciabile da parte di ogni collega, parole che onorano quella conclusione finale con la citazione di Croce, mi auguro che il suo Governo possa avere il sì di un Senato nel quale non si dica più… (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE) e del senatore Naccarato) …che la giustizia non sia un problema! Non si dica più che lo Stato di diritto è forte e risoluto, salvo poi dover recepire un monito dell’Europa che contiene una richiesta referendaria che il popolo aveva già approvato quando, oltre che di Marco Pannella, era di Claudio Martelli. Mi auguro che coloro che le voteranno la fiducia non siano quelli che ritengono che i centocinquanta giorni di custodia cautelare di Nicola Cosentino non siano stati inutilmente feroci e persecutori. Proprio da questo punto di vista, per consentire alla democrazia di svolgere i suoi meccanismi di funzionamento, non sono un tifoso delle elezioni anticipate comunque. Bene o male, quei quesiti referendari che mi onoro di aver firmato hanno avuto più di 500.000 firme; bene o male, quei quesiti referendari saranno un’occasione di discussione pacata, non meno di quanto lo sarà per me nei prossimi giorni l’intransigente difesa del diritto di difesa e di ascolto di qualsiasi parlamentare in quest’Aula.
Lei ha fatto bene a richiamare le indicazioni di costituzionalità dei saggi, cari al presidente Napolitano fin da prima che lei avesse l’incarico di formare il Governo, ma tra le indicazioni di quegli uomini c’è scritto che tutti siamo uguali davanti alla legge. Per essere uguali davanti alla legge, però, non c’è una legge più uguale delle altre, la legge Severino che debba essere sottratta al vaglio delle Corti europee e della Corte costituzionale perché riguarda un senatore che è ostile ad alcuni. Questo non lo si doveva dire, e ciò ha determinato le difficoltà e le lacerazioni di questi giorni.
Mi auguro che, grazie al voto del Parlamento, il suo Governo non debba rassegnare le dimissioni, e lo faccio tanto più che alla sua sinistra è seduto un Vice Presidente del Consiglio che ha sofferto quanto me alcuni tackle delle ultime ore. Quel Vice Presidente del Consiglio lo conosco poco, però ricordo che lo vidi una mattina d’inverno, quando era un giovane Ministro della giustizia, e c’era il funerale di Filippo Mancuso (un magistrato, signor Presidente, che ha onorato la toga, le istituzioni e il Parlamento). Incontrai allora – dimesso, ma con molta eleganza – Angelino Alfano e quindi non posso avere ragioni per ritenerlo poco berlusconiano.
Da questo punto di vista ritengo allora che questo Governo, a garanzia di un dibattito civile, debba avere un larghissimo consenso da parte del Parlamento, per poter lavorare a quelle tematiche che sono nel suo indirizzo programmatico.
Mi si consenta un’ultima riflessione: si è recentemente conclusa una campagna elettorale in Germania nella quale il tema principale è stato quello della riduzione della spesa pubblica nei Länder. Non si possono mettere sullo stesso piano le correzioni da fare al nostro bicameralismo e l’assoluto tradimento dei valori einaudiani e crociani…
PRESIDENTE. La invito a concludere, il tempo a sua disposizione è scaduto. Abbiamo i tempi contingentati.
COMPAGNA (GAL). Chiedo scusa a lei, Presidente e ai colleghi. Comunque credo di avere espresso abbastanza compiutamente il mio pensiero. (Applausi dal Gruppo GAL e del senatore Giovanardi).

 

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=12030&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=sen-compagna-intervento-al-senato-su-dibattito-per-fiducia-al-governo

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