GRAZIE A UN GRANDE VECCHIO, A UN DISCRETO NUMERO DI PLAGIATE E PLAGIATI, ALL’INTERA COMUNITA’ PENITENZIARIA
di Valter Vecellio
Dopo aver ascoltato la lettura del messaggio presidenziale, e averlo letto e augurandomi che non mi sia sfuggito qualcosa di importante, mi pare si debba a questo punto dire e riconoscere:
Cassazione permettendo e successivamente Corte Costituzionale consentendo, abbiamo portato a casa, in modo insperato la possibilità di tenere i referendum sulla giustizia giusta. Forse non tutti, ma alcuni sì. Quella che poteva essere una Waterloo (a vederla dall’ottica di Napoleone ovviamente, e non del duca di Wellington), si è risolta in un equivalente della traversata del fiume Delaware da parte di George Washington, traversata che ha poi consentito la vittoriosa vittoria di Trenton. Di questo va ringraziato e reso merito un Grande Vecchio che molti vorrebbero rottamato, che dicono non efficace mediaticamente, fastidiosamente logorroico, che prima si toglie dai coglioni meglio è per tutti. E vanno ringraziati e va reso loro merito, quelle compagne e quei compagni che si sono stretti attorno a un comitato apposito e condotto quella iniziativa. Senza l’ostinazione di quel Grande Vecchio che ha inseguito per giorni e settimane Berlusconi e lo ha convinto a firmare, con un pressing caparbio e ostinato, saremo tutti con le pive nel classico sacco. Ma questa è storia nota, pur se talvolta negata o raccontata in altro modo.Oggi abbiamo il messaggio alle Camere del presidente della Repubblica, che indica nell’amnistia e nell’indulto il provvedimento strutturale indispensabile per…
Nella lettura di quel messaggio possiamo certamente cogliere questo o quel passaggio che risulta inesatto, parziale, lacunoso, insoddisfacente. Però il messaggio c’è stato, il Parlamento è stato investito della cosa, la parola impronunciabile è stata pronunciata. Lo dobbiamo al citato Grande Vecchio, quello stesso che qui e là veniva considerato un equivalente di mammalucco, mono-maniaco, privo dello specifico comunicativo, imbarcato in una lotta perdente, non popolare, che aveva rotto i coglioni con i suoi digiuni, i suoi interminabili farfugliamenti alla “Radio Radicale”, che col suo dire e il suo fare ci conduceva verso l’ineluttabile rovina e disastro. Di certe cose dette, scritte e sostenute è bene serbare memoria. A quel Grande Vecchio, e a un pugno di plagiati e plagiate, come Rita Bernardini o Irene Testa l’intera galassia radicale deve qualcosa.
Sarebbe bello e giusto ringraziarli, riconoscere che avevano visto giusto, avevano e hanno ragione; e con loro ringraziare l’intera comunità penitenziaria, che quando ha saputo e potuto ha sempre risposto positivamente agli appelli e alle iniziative di Marco Pannella.
Io almeno mi sento di farlo, per averci regalato questa ennesima vittoria.
Fonte: http://www.detenutoignoto.org/2013/10/grazie-un-grande-vecchio-un-discreto.html
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