I Radicali rispondono alle affermazioni del pres. dell’Associazione nazionale magistrati, Pasquale Pacifico
Indicativo della
forma mentis del presidente dell’ANM Pasquale Pacifico è il comunicato pubblicato su livesicilia mercoledì 18 settembre, nel quale si
afferma che la Camera penale: "[...] con questo sciopero e con le
iniziative ad esso collegate (come la raccolta di firme per i referendum sulla
giustizia), abbia sposato la causa di una parte politica, che è quella che ha
sempre voluto delegittimare l'attività dei magistrati, venendo meno, così, alle
sue funzioni di organismo di garanzia". Per concludere poi con l'avventata
battuta sulla statua della giustizia che si sarebbe voltata dall'altra parte a
causa del banchetto per la raccolta firme dei referendum.
I quesiti referendari
sono stati proposti dai Radicali, che possono vantare un curriculum
ineccepibile per la difesa della "Giustizia", avendo tra le proprie
ragioni sociali la difesa della legge e l’affermazione del diritto. Quanti,
delle più disparate parti politiche (Vendola, i Socialisti Italiani, il PdL)
hanno aderito a tutti od ad alcuni quesiti dimostrano che non trattasi di
questioni legate ad una singola parte politica come si vorrebbe far credere
sulla scorta dell'adesione di Berlusconi.
E’ così che noi,
Associazione Radicali Catania respingiamo vigorosamente di appartenere ad
"una parte politica" che non sia quella della difesa del servizio
"Giustizia".
da sin: Luigi Recupero, Stefano Burrello, Luca Mirone, Zelda Raciti, Gianmarco Ciccarelli |
La raccolta
firme della mattina del 16 settembre 2013, ai piedi della serafica e per nulla
turbata statua della giustizia, insieme alla Camera Penale di Catania - grazie
alla dedizione dell'avv. Passarello e dell'avv. Mirone – ha ottenuto 4000
firme. Un’importante esperienza che conferma ancora una volta la rilevanza dei
quesiti proposti ed il consenso dei cittadini (non solo in tribunale ma anche
dentro e fuori dal carcere!).
Lungi dall'avere
preconcetti sulla magistratura, da decenni documentiamo gli abusi, le
distorsioni, i pressapochismi, le inefficenze della macchina giudiziaria, ed in
special modo le costanti e strutturali violazioni del diritto penitenziario che
sfociano nella tortura di un sistema carcerario nutrito da ottusa crudeltà ed
insensatezza. Lo scopo dichiarato dei Referendum è appunto di restituire alla
persona il diritto ad una giustizia accessibile ed imparziale, alla difesa per
le vittime, per i colpevoli e per gli innocenti.
I Radicali
accusano apertamente lo Stato di violare le proprie stesse leggi trovandosi
così nella condizione di delinquente abituale.
E' possibile
credere che, quasi nessuno tra i componenti della magistratura catanese, anche
solo sul piano dottrinale, sia a favore dell'abolizione dell'ergastolo, della
separazione delle carriere e dell’introduzione di limiti all’abuso della
custodia cautelare in carcere? Eppure a Catania, un unico magistrato si è
avvicinato al tavolo per firmare i quesiti che riteneva di sostenere. Dagli
altri un atteggiamento simile a quello del PM Pacifico, questo sì di ostile
preconcetto. Atteggiamento non necessario, anzi dannoso per l'opportuno dialogo
che le proposte referendarie hanno il merito anche solo di sollevare.
Fonte: http://www.radicalicatania.org/2013/09/i-radicali-rispondono-alle-affermazioni.html
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