A Ferrara si boicottano i referendum radicali
Si è tenuta oggi a Ferrara una conferenza stampa dei Radicali sul boicottaggio dei referendum attualmente in atto da parte dell’amministrazione comunale. I Radicali all’inizio di agosto hanno ottenuto un permesso di occupazione di suolo pubblico per la raccolta delle firme per i mesi di agosto e di settembre in piazza Cattedrale, senza limiti di tempo. Nei giorni scorsi è poi pervenuto un provvedimento di sospensione del permesso “considerato che dal 24 agosto al 1 settembre il centro storico sarà impegnato dalla manifestazione Ferrara Buskers Festival occupando le principali vie e piazze della città”; “il tavolo in oggetto – si dice poi – può collocarsi in Porta Paola”.
Mario Zamorani, presidente dell’associazione Radicali Ferrara ha sostenuto: in un Paese ordinato da leggi, decreti e provvedimenti amministrativi in generale, esiste una gerarchia e sopra a tutto sta quella che i politici specie della cosiddetta sinistra definiscono, spesso con una lacrima di commozione, “la Costituzione più bella del mondo”. Noi siamo qui per rispettare la Costituzione che all’art. 75 prevede l’istituto del referendum, con la logica conseguenza del diritto costituzionale all’informazione e alla possibilità di potere firmare e promuovere i referendum (concetto poi ben definito dall’avv. Pasquale Longobucco). In occasione del Festival nel centro di Ferrara si concedono autorizzazioni ai chioschi per la vendita di birra e si nega quella per accedere alla firma. C’è poi il precedente dei tavoli radicali per i referendum del 1993 con migliaia di firme raccolte allora in piazza con la felice sintonia del popolo
degli amanti del Buskers e quello dei firmatari delle proposte referendarie radicali. Dopo la sospensione delle firme in agosto fino ad ora per mancanza di autenticatori, abbiamo investito per una massiccia presenza in piazza in corrispondenza del grande afflusso di persone per il Festival. Ma il permesso in questi giorni ci viene concesso solo in periferia. In tutto il centro storico i diritti costituzionali sono abrogati.
In più riferisco di una telefonata di un cittadino che nei giorni scorsi si è recato per firmare presso l’anagrafe: lì gli hanno detto che nulla sapevano sull’argomento e neppure gli hanno saputo dire dove recarsi per firmare in Comune.
In più riferisco della decisione assunta dal Comune di non affiggere la locandina che illustrava i titoli dei referendum in Comune, sostituita da un foglio dattiloscritto del tutto invisibile al fianco di decine di altri.
In più riferisco che si può firmare in Comune presso un unico ufficio, sconosciuto quasi a tutti e anche che nulla si dice sull’argomento sul sito internet del Comune.
Peccato che non solo l’interpretazione della Costituzione imponga altri e ben differenti comportamenti, anche una circolare del Ministero dell’Interno interviene su questa fattispecie. La circolare tra l’altro invita a “sensibilizzare i sindaci affinché pongano in essere ogni misura organizzativa idonea a garantire un efficace servizio di autenticazione delle sottoscrizioni. In particolare si richiama l’attenzione sulla necessità che i sindaci … incarichino il maggior numero possibile di funzionari all’effettuazione delle autentiche, attività che, beninteso, può essere svolta anche al di fuori della residenza municipale e cioè in luogo pubblico o aperto al pubblico”. Si invitano poi i sindaci a “pubblicizzare sul sito istituzionale del Comune i luoghi e gli orari di apertura dei locali comunali per sottoscrivere … E’ appena il caso di sottolineare come l’efficiente organizzazione del servizio di autenticazione risulti essenziale al fine di rendere effettivo il diritto costituzionale all’esercizio dell’iniziativa referendaria”.
Ma a Ferrara – ha aggiunto Zamorani – solo un ufficio sconosciuto ai più raccoglie le firme mentre sarebbe opportuno che questa attività venisse svolta in molteplici luoghi istituzionali. In più si vieta la raccolta ai Radicali in centro in un momento di grande afflusso di cittadini. Tutto questo configura - in termini di grave limitazione dell’esercizio di un diritto costituzionale – un reato e per questo denunceremo i vertici del Comune per attentato ai diritti politici dei cittadini.
Inoltre domani, mercoledì 28, alle ore 17.00, nel luogo dove avevamo il permesso poi revocato, apriremo un tavolo per raccogliere firme; non “all’italiana”, nascostamente, ma preannunciando e dichiarando che intendiamo violare un provvedimento anticostituzionale e liberticida. Se poi i vigili urbani non verranno a contestarci l’iniziativa saremo noi a chiamarli per fare sì che eseguano i loro obblighi. Vedremo.
In sede politica ritengo che i responsabili di quanto denunciamo vadano individuati nella figura del Sindaco e del Segretario comunale. E se a Ferrara nelle istituzioni esistesse una opposizione degna di questo nome, si dovrebbero chiedere le dimissioni di qualcuno.
Molte le domande dei giornalisti nella conferenza stampa. E’ possibile che nel boicottaggio ci sia una linea del PD, che a Ferra governa tutto e tutti? è stato chiesto.
Zamorani ha risposto: non mi risulta che esista alcuna linea del PD. Tanto meno sui referendum. A parte quello sull’abolizione dei finanziamento pubblico ai partiti – e ci mancherebbe …- sul quale sono contrari, nessuno al mondo sa quale sia la linea del PD. Persino Renzi sempre dichiaratosi contro il finanziamento pubblico, da quando abbiamo iniziato la raccolta di firme ha smesso di parlarne. Sono troppo impegnati a produrre le istanze giacobine e giustizialiste già patrimonio di Di Pietro (da loro prima ingoiato, poi assimilato e infine sputato) e a scagliarsi contro l’amnistia e a parlare di Berlusconi. Chissenefrega di Berlusconi, noi parliamo di diritto, di diritti, di riforma della giustizia, di abolizione della Bossi-Fini ecc., di un programma di governo.
Qualcuno del PD è venuto a firmare? ci è stato poi chiesto. Sono certo che solo una persona fra i consiglieri comunali del PD – la metà del Consiglio comunale - è venuta. Non farò il suo nome neppure sotto tortura – ha risposto Zamorani – come forma di ringraziamento, per evitare che venga malvista o emarginata nel suo partito.
Quindi, ha concluso Zamorani, invitiamo tutte le persone che condividono le nostre parole e hanno a cuore i diritti di tutti e la Costituzione ad andare nelle prossime ore
su per lo scalone del Comune per firmare i referendum radicali.
Ferrara, 27 agosto 2013
Mario Zamorani
Fonte: http://www.radicaliferrara.it/portal/content/ferrara-si-boicottano-i-referendum-radicali
- Login to post comments