Bordin Line del 22 agosto 2013

Data: 
Giovedì, 22 August, 2013
Testo: 

22 agosto 2013

Stamattina alle 10 c’è la cerimonia funebre per il mio collega di Radio Radicale Dino Marafioti. Si terrà in una chiesa vicino Piazzale della Radio, in un quartiere della Roma anni Cinquanta, quelli della speculazione edilizia più sfrenata. Se non si sta attenti si passa vicino a quell’edificio senza nemmeno accorgersi che si tratta di una chiesa, tanto è incastrato fra palazzi di dieci piani. Ma non sarò inquieto per motivi estetici, e nemmeno perché tutti sapevamo alla radio che Dino era anticlericale, come quasi tutti noi. Non ha lasciato nulla di scritto, pare, e dunque se la famiglia vuole salutarlo così, ne ha tutto il diritto. Da questo punto di vista non mi preoccupa nemmeno che, per quel che è dato capire, Dino abbia scelto lui di morire, perché i preti hanno finalmente aperto le porte delle loro chiese anche a chi si suicida. Le chiusero solo a un altro Radicale, Welby, ma credo se ne siano pentiti. Tantomeno mi inquieta qualche imbecille che imbratta la rete con interventi che classificano la morte di Dino come uno dei “misteri d’Italia”. Nulla lo fa pensare ma la catalogazione resterà nelle memorie dei computer, è un pedaggio allo spirito del tempo. Quello che mi inquieta è la fragilità delle persone buone, come Dino, e la contemporanea esemplarità di vita che la comunità umana e politica di cui ha fatto parte, quella Radicale, gli riconosce. Evidentemente però la comunità, come minimo, non è bastata. Succede, purtroppo. Ma non è inutile che la comunità si interroghi sul perché. Naturalmente senza fare “troppi pettegolezzi”.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

Autore: 
Massimo Bordin
Fonte: 
IL FOGLIO
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Fonte: http://www.radicalifriulani.it/content/bordin-line-del-22-agosto-2013

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