Poggioreale, emergenza sanitaria: 300 detenuti ammalati in attesa di ricovero
di Alessio Viscardi pubblicato su FanPage.it il 14 agosto 2013
Sovraffollamento, caldo e rischio sanitario per i detenuti della casa circondariale di Poggioreale. La denuncia arriva da Luigi Mazzotta del direttivo nazionale dei Radicali Italiani e dal senatore del Pdl, Luigi Compagna, alla fine di una visita ispettiva nella struttura. “Ci sono 300 detenuti ammalati che devono sottoporsi a interventi chirurgici e che hanno fatto domanda di ricovero in ospedale, ma che devono aspettare anche otto mesi prima del trasferimento” afferma Mazzotta: “Questo significa condannarli a morire in carcere”. Per Compagna, il personale sanitario del carcere è in grado di provvedere al ricovero dei detenuti ammalati: “Il problema si presenta per coloro che hanno bisogno di essere seguiti da specialisti”.
“Nel padiglione San Paolo sono rinchiusi la maggior parte dei detenuti con problemi di salute” rivela Mazzotta “Ammalati di tumori, cardiopatici, cirrosi epatiche, sembra che nel carcere esista la pena di morte”. Di chi è la colpa? Secondo Compagna è una “sciatteria da imputare all’organizzazione delle aziende sanitarie”.
Ispezionati i padiglioni Livorno, Avellino e Napoli, dove si raggiungono punte di nove detenuti per cella, costretti a rimanere sui letti a castello per la mancanza di spazio. Il carcere potrebbe ospitare al massimo 1350 detenuti, ma ne sono rinchiusi ad oggi oltre 2005. “Il caldo è insopportabile, tutti i detenuti sono a torso nudo e alcuni immigrati camminano scalzi” afferma Mazzotta “Ma la situazione preoccupante è anche per i parenti, che devono passare ore sotto il sole per poter accedere ai colloqui con il familiare rinchiuso”. Fuori dal carcere, una signora con il figlio agli arresti ci racconta l’inferno quotidiano di chi attende in fila per entrare: “Non c’è disciplina, si arriva anche alle mani. C’è chi vuole passare avanti, per la calca ci manca l’aria. Una signora si è sentita male stamattina ed è stata portata via in ambulanza”. Un pensiero, poi, anche per chi è rinchiuso: “Loro hanno sbagliato, è vero, ma dovrebbero almeno farli vivere come esseri umani”.
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