Inferno Poggioreale: nel carcere superaffollato è emergenza sanitaria

di Giuseppe Grimaldi – pubblicato su IL MATTINO del 15 agosto 2013

Un anno fa a vincere era ancora l’ottimismo, nonostante tutto. Dai cortili destinati all’ora d’aria si levavano cori da stadio, veri e propri inni alla speranza. Gridavano «amnistia-amnistia», i detenuti di Poggioreale, e nelle celle non facevano altro che aspettare quel provvedimento di clemenza che non è mai arrivato. Alla fine hanno dovuto accontentarsi degli effetti del decreto svuotacarceri, i cui benefici sono a stento percepibili, se è vero che dal luglio 2012 ad oggi il numero della popolazione carceraria qui è sceso in maniera irrisoria: da 2606 a 2535.

Settantuno detenuti in meno per lo stesso inferno in terra. Magrissima consolazione. È la vigilia di Ferragosto, ma qui sembra un giorno come tutti gli altri. Basta osservare la fila di madri, mogli, figli e parenti – meno convulsa rispetto a quella documentata dal reportage del «Mattino» il 15 luglio scorso, ma ugualmente lunga – che sin dalle prime ore del mattino riempie il cordolo di accesso al «varco colloqui» della casa circondariale più affollata d’Italia.

Donne anziane tutte vestite di nero, giovani mamme con bambini in braccio che piangono, sacchi di plastica contenenti i panni di ricambio, giovani tatuati. Si brucia, sotto un sole già cocente.

I tempi d’attesa variano, anche se – spiegano i responsabili del carcere – dopo quell’articolo del nostro giornale che spinse il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a inviare gli ispettori a Napoli – non provocano più attese interminabili e sfiancanti grazie all’introduzione di un criterio di turnazione che segue le lettere dell’alfabeto per i cognomi dei detenuti da andare a trovare.

L’afa non ferma nemmeno i radicali, che all’esterno della casa circondariale issano le proprie bandiere gialle e raccolgono firme per i referendum in nome dell’amnistia. E stamattina in visita ai detenuti arriva il senatore del gruppo «Grande autonomia e libertà» Luigi Compagna, accompagnato da Luigi Mazzotta, dell’associazione «Grande Napoli», componente del comitato nazionale Radicali italiani.

Ai vertici della direzione chiederanno di programmare – per i prossimi giorni – una raccolta di firme anche all’interno di Poggioreale, tra i detenuti. All’interno la visita del parlamentare – non nuovo a iniziative del genere – si trasforma presto in un viaggio nelle bolge di un’umanità dolente, quella dei carcerati. Detenuti, in molti casi, purtroppo ancora in celle contenenti fino a nove persone.

Le situazioni più critiche, racconteranno i due «ispettori» che ieri per oltre un’ora hanno visitato l’interno di Poggioreale, sono state riscontrate nei padiglioni «Livorno», «Avellino». A fare da contraltare a questo dramma del sovraffrollamento c’è, però, almeno una buona notizia: i lavori di ristrutturazione del padiglione «Napoli» sono quasi terminati: e presto, grazie all’opera prestata dagli stessi detenuti, in quasi tutte le celle i bagni saranno dotati anche delle docce. Ma per un problema che si risolve eccone esplodere un altro.

È emergenza sanitaria, a Poggioreale. Almeno 300 le richieste di ricovero per altrettanti detenuti che aspettano ancora risposte. I più fortunati vengono ricoverati al padiglione san paolo, dove il personale fa al meglio il proprio lavoro. Cardiopatici, asmatici, malati di cirrosi, per non parlare di un paio di detenuti affetti dal peggiore dei mali, il cancro, uno dei quali addirittura in fase pre-terminale.

Eccolo, il nuovo inferno all’orizzonte: è quello delle cure ritardate. Tra la data di presentazione delle domande a quella dei ricoveri passano anche otto mesi. Ed è una tragedia nella tragedia vivere da recluso anche la condizione dell’ammalato. L’amnistia sarà anche una speranza sbiadita, il ricordo di un entusiasmo che ha fatto pulsare forte il cuore di chi solo un anno fa ci credeva. Ma adesso si tratta di agire e di risolvere con atti concreti la condizione di tutti questi detenuti. Perchè l’Italia è ancora in Europa, e non deve continuare a ignorare i diritti primari dei suoi cittadini, anche quando essi vivono dietro le sbarre.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=11937&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=inferno-poggioreale-nel-carcere-superaffollato-e-emergenza-sanitaria

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