LA CORSA. Nel PD c'è già chi appoggia il leader radicale alla successione di Epifani.

Lunedì 29 Luglio 2013,
ROMA - Una poltrona per sei. Almeno fino ad oggi. Mentre ancora si sta discutendo di regole, si amplia sempre di più la schiera dei candidati alla segreteria del Pd.
Le polemiche, insomma, non sembrano spaventare chi ambisce alla successione di Guglielmo Epifani e ogni giorno la 'squadra' si arricchisce di un nome nuovo. Oggi, a sorpresa, tocca a Marco Pannella che, dalle frequenze di Radio Radicale, dice: «sto riflettendo sulla possibilità e doverosità di rinnovare la mia iscrizione e la mia eventuale nuova candidatura alla segreteria del Pd». In attesa che la riserva sia sciolta (Pannella chiede agli attuali candidati se ritengano di poter sposare le sue battaglie, prima di decidere), il leader Radicale registra già il primo benvenuto: quello di Sandro Gozi. «Io la vedo molto positivamente» ha osservato Gozi sottolineando che «fu un errore» nel 2007 «respingere la proposta e la disponibilità di Marco Pannella. All'epoca - spiega però Gozi - stavamo creando il Pd, in questo congresso dobbiamo invece ricreare il Pd, che si è suicidato il 19 aprile in occasione della mancata elezione di Romano Prodi a Presidente della Repubblica». Un Pd che deve essere «grande e aperto» - prosegue - e che quindi sappia parlare anche altre lingue. Come quella di Pannella, ad esempio.
Ma Pannella è solo l'ultimo. Pochi giorni fa, anche in questo caso un po’ a sorpresa, a buttarsi nella mischia è stato il governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta anche in reazione al "processo" che il Pd gli ha intentato per la creazione del suo Megafono, secondo l'accusa un partito dentro il partito.
A far compagnia ai due possibili outsider, ci sono poi le teste di serie: ovviamente Matteo Renzi, che però non ha ancora ufficializzato l'iscrizione alla corsa, Gianni Cuperlo, candidato dalemiano, Pippo Civati, ex braccio destro del rottamatore e ora pronto a dichiarare guerra alle larghe intese, e Gianni Pittella, presidente vicario del Parlamento europeo, che la propria discesa in campo l'ha anticipata via twitter.