In Italia ci sono 9 milioni di processi arretrati, ma ora i giudici se ne vanno in vacanza per 45 giorni

di Buddy Fox, da “Milano Finanza”, 17-07-2013

L’ Italia è alle corde, la disoccupazione aumenta, i consumi di generi alimentari diminuiscono a dimostrazione di quanto sia profonda la crisi. Tutti, così ci dicono i nostri governanti, devono fare sacrifici. Financo i ministri, per dare il buon esempio, ha annunciato il premier Letta, faranno una sola settimana di vacanza. La Giustizia, no. Anche quest’ anno i giudici chiuderanno i battenti (fatto salvo che per questioni di urgenza) dall’ 1 agosto al 15 settembre. Significa 45 giorni di blackout dei tribunali per garantire ferie lunghe e tranquille alla casta, che se le può permettere grazie a lauti stipendi, mentre la gente comune non ha i soldi per passare una sola settimana in villeggiatura. Non importa che l’ Italia sia regolarmente tra gli ultimi nella classifica nelle graduatorie dei giudizi più lenti; non importa che nell’ Unione europea (di cui l’ Italia è membro fondatore) solo a Cipro e a Malta, due isolotti, hanno i tempi giudiziari superano quelli italiani, oltre 500 giorni per definire in primo grado una causa civile o commerciale, alla casta dei giudici devono essere assicurati 45 giorni continuati di «pancia all’ acqua». 

E dire che solo lo scorso marzo il vicepresidente della Commissione Ue, Viviane Reding, ideatore di quella classifica della giustizia europea dove occupavamo il terzultimo posto, ammoniva che «le riforme giudiziarie nazionali sono diventate una componente strutturale importante della strategia economica dell’ Europa», mentre il suo collega Olli Rhen commentava che quella classifica aveva la funzione di aiutare «gli stati membri a rafforzare i loro sistemi legali e i loro sforzi per stimolare investimenti e creazione di posti di lavoro». Di tutta risposta il governo Letta nel «decreto Fare» non se l’ è sentita di ridurre le ferie ai magistrati, ritenendo, poco probabilmente, che il sistema possa funzionare, e il Paese che governa balzare ai primi posti della classifica Reding, anche se ogni anno la sua macchina si blocca per un mese e mezzo, o, molto più probabilmente, perché sarebbe stato impopolare, sotto il profilo elettorale, toccare i privilegi della casta giudiziaria.

Come non essere d’ accordo con Ernesto Galli Della Loggia quando sulle colonne del Corriere della Sera di domenica scorsa sosteneva: (i) che in Italia il Governo ha solo un potere di proposta che può tramutarsi in comando solo se ottiene il placet della burocrazie, delle lobby e della magistratura; (ii) che nella interpretazione delle leggi, prevale spesso il cavillo, la capziosità leguleia e quasi mai la sostanza delle cose e l’ interesse collettivo; (iii) che il Paese è ostaggio «dell’ eccessivo potere di veto delle oligarchie giuridico-amministrative».

Oligarchie che si sentono così potenti e immuni da critiche che addirittura arrivano, come è accaduto in un importante tribunale, a diffidare, con una circolare ufficiale, i cosiddetti coadiutori di giustizia (curatori fallimentari, commissari giudiziali ecc.) dal depositare nel periodo feriale atti (che il lettore deve sapere sono di tipo amministrativo e non giudiziario e, dunque, non soggetti a nessuna sospensione) che non fossero urgenti, pena la segnalazione da parte della cancelleria al presidente per i provvedimenti del caso contro chi avesse ritenuto doveroso, al contrario, lavorare almeno una parte di quei 45 giorni, come succede in tutti gli altri paesi del mondo. In quel tribunale la cosa più importante è che nessuno disturbi le ferie della casta, i cittadini possono attendere. Il tempio della «Giustizia» ridotto a tram: «non disturbare il conducente»… quando riposa! Presidente Letta, ministro Cancellieri, tutto ciò è intollerabile! Abbiate, dunque, il coraggio di intervenire, intanto disponendo un’ ispezione in quel tribunale (la circolare incriminata è a vostra disposizione) e, poi, con un decreto legge, riducendo, a partire dal prossimo anno, la sospensione dei termini legali sul periodo estivo a 15 giorni e le ferie dei magistrati dagli attuali 51 giorni (cioè dieci settimane e mezzo!) al canonico mese di cui, al massimo, godono gli altri cittadini italiani, che, altrimenti, continueranno a sentirsi cittadini di serie B. Il Paese non vuole e non può più attendere l’ abolizione dei privilegi della casta giudiziaria.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=11819&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=in-italia-ci-sono-9-milioni-di-processi-arretrati-ma-ora-i-giudici-se-ne-vanno-in-vacanza-per-45-giorni

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