Da Caldoro a De Magistris: «A Poggioreale diritti negati»

di Gerardo Ausiello pubblicato il 17/7/2013 sul IL MATTINO.IT

 

NAPOLI – Un coro di sdegno per il carcere che scoppia. I detenuti sono oltre 2.800, dovrebbero essere meno della metà. Così, in pochi metri quadrati, sono stipate anche 14 persone. È l’inferno di Poggioreale, raccontato dal Mattino in un video choc che ha fatto registrare un boom di contatti: oltre 50mila da tutto il mondo in poche ore.

Le celle anguste e sovraffollate, la lunga fila dei parenti, le storie drammatiche di chi ha perso la libertà. Di fronte a queste immagini la coscienza istituzionale si ribella, lancia un grido di dolore, invoca e promette soluzioni efficaci. Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, sollecita azioni di sistema: «L’inchiesta del Mattino accende un autorevole riflettore su un problema nazionale che è quello legato al sovraffollamento delle carceri italiane. Si conferma, così, uno scenario estremamente preoccupante per le condizioni della struttura di Poggioreale. È necessario intervenire, in tempi rapidi, per ristabilire regole e per garantire i diritti dei detenuti. Sono certo che in questa direzione si muoveranno il governo ed il ministro competente, che segue con attenzione il tema».

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è categorico: «Quanto una democrazia sia pienamente compiuta lo si stabilisce anche in base al sistema penitenziario che riesce a realizzare. Se la pena perde il suo valore rieducativo, a causa del sovraffollamento degli istituti penitenziari per esempio, viene meno il senso stesso della pena e viene minato l’intero sistema. Oltre ad essere tradita la Costituzione. Il primo dovere, non solo giuridico ma di democrazia e di civiltà, consiste dunque nell’evitare che sia messo in discussione il principio che riconosce nel detenuto l’essere umano, prima, e il cittadino, poi. Per risolvere quella che appare come la più urgente emergenza del sistema, la strada da percorrere non è solo accrescere l’edilizia carceraria, quanto piuttosto rivisitare alcune leggi ingiuste, come quelle che riguardano il reato di immigrazione clandestina o quelle relative all’uso delle droghe leggere, e vedere nella custodia cautelare veramente una extrema ratio».

La radicale Rita Bernardini è in prima linea: «Presto lo sciopero della fame diventerà collettivo. Non possiamo più tollerare che migliaia di detenuti siano sottoposti alla tortura del carcere nell’indifferenza della politica. L’amnistia è un imperativo morale e deve coinvolgere tutti. Così come non si può tacere sullo scandalo delle prescrizioni: ogni anno 160mila processi vengono cancellati e nessuno se ne assume la responsabilità».

In campo anche l’ex deputato napoletano del Pdl Alfonso Papa, che ha vissuto in prima persona il dramma della carcerazione preventiva: «Sul tema dell’amnistia si registra ancora il silenzio assordante del Parlamento mentre il piano per le carceri è stato sbandierato dai ministri della Giustizia senza alcun risultato. Oggi in Italia il 40 per cento dei detenuti è in attesa di un processo: più del doppio della media europea. Purtroppo nel nostro Paese chi parla di giustizia è mosso da interessi personali. Ho letto che il coordinatore campano del Pdl Nitto Palma è pronto ad impegnarsi per sostenere i referendum dei Radicali. Vedremo se non saranno solo chiacchiere o propaganda».

E Mario Barone, presidente di Antigone Campania, rilancia: «Occorrono investimenti mirati e un reale impegno dello Stato in favore delle misure alternative».

 

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=11774&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=da-caldoro-a-de-magistris-%25c2%25aba-poggioreale-diritti-negati%25c2%25bb

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