da WebNapoli24.com ; Decreto carceri, intervista a Domenico Letizia
Abbiamo incontrato Domenico Letizia, membro dell’Associazione Radicale “Legalità e Trasparenza” di Caserta, già candidato alla Camera dei Deputati per la lista di scopo radicale “Amnistia Giustizia Libertà”, per discutere con lui della questione carceri. Questa è l’intervista che poniamo all’attenzione dei nostri lettori.
Il Consiglio dei ministri, dopo diversi rinvii, ha approvato il decreto carceri per contrastare il sovraffollamento ed evitare le sanzioni minacciate dalla Corte Europea di Strasburgo. Si prospetta una diminuzione di circa seimila carcerati nei prossimi due anni con un minore ricorso alla reclusione ed un maggiore utilizzo del lavoro socialmente utile. Nelle due centosei galere italiane vivono più di sessantaseimila persone a fronte di circa quarantamila posti e depenalizzazione, misure alternative e riorganizzazione degli istituti sembrano quindi le parole chiave per correggere questo insostenibile e disumano sistema. Il ministro Cancellieri inoltre insiste sulla necessità di un’amnistia. Siamo sulla strada giusta?
In teoria si, in pratica per nulla. L’unico aspetto positivo di tale chiacchiericcio mediatico è che finalmente si è posta l’attenzione sulla questione giustizia in questo paese, nonostante tale situazione sia allarmante e criminale da decenni. L’unica e autentica soluzione al problema del sovraffollamento delle carceri italiane è l’Amnistia per la Repubblica, gli italiani, invece, hanno il dovere morale di correre a firmare i referendum sulla giustizia giusta e i diritti civili, si pensi alla depenalizzazione per l’uso delle droghe leggere o all’abolizione della legge Bossi Fini, queste rappresentano azioni concrete e autenticamente riformiste, il resto è propaganda, mentre nelle nostre carceri si continua a morire e contemporaneamente migliaia e migliaia d’italiani inseguono una giustizia civile e penale che dopo decenni di attesa da responso, spesso anche non attinente alla vera giustizia.
Solo nel 2012, ci sono stati cinquantasei suicidi nelle carceri italiane. Anche a Poggioreale di recente si è suicidato un detenuto sottoposto ad isolamento giudiziario. Il carcere napoletano ospita, oltre a scarafaggi e topi, duemila ottocento persone ma ha una capienza di mille quattrocentotrenta posti. Le condizioni sono invivibile ed è stata anche aperta un’interrogazione parlamentare su presunte violenze all’interno dell’istituto. Quali sono le condizioni invece della Casa Circondariale di San Tammaro (CE) ?
Pessime e davvero degradanti. In una delle ultime ispezioni carcerarie ove ero presente insieme a Luca Bove e con il (già) senatore radicale Marco Perduca, abbiamo riscontrato delle condizioni davvero preoccupanti al limite della civiltà. Durante l’estate, sistematicamente, manca l’acqua per lavarsi e i detenuti sono costretti ad acquistarla facendola riscaldare dalle finestre delle loro misere celle e con questa successivamente lavarsi. Un sistema criminale che andrebbe approfondito poiché dietro questo meccanismo camorristico vi è qualcuno che si arricchisce alle spalle dei detenuti e dei parenti dei detenuti. Il problema principale del carcere è quello del sovraffollamento, ma la situazione è drastica anche per i parenti “liberi” che ogni dì vanno a trovare i propri cari facendo file enormi sotto il sole intenso d’estate e il freddo gelido d’inverno poiché non vi sono sale d’attesa o un qualcosa di decente dove poter attendere e sostare.
Torniamo al decreto. Sono state numerose le parole di apprezzamento, ma anche le critiche. I penalisti hanno espresso il timore che la riforma sia in realtà assai leggera, anche i sindacati Sappe e Osapp parlano di “misure importanti ma non decisive”, Lega e IdV vi si oppongono rimproverando un eccessivo buonismo verso chi ha sbagliato, Pd e PdL invece lo difendono. Certo fare qualcosa era necessario, l’Italia non può più essere condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, c’è però da dire che il decreto oltre a parlare di un più oculato ricorso alla detenzione, prevede anche che entro il 2016 siano pronti diecimila posti in più. Non c’è forse un controsenso? Questo governo sa che direzione prendere?
Come è solito, il fare della partitocrazia è far rumore sul nulla, soprattutto se si tratta di formazioni politiche giustizialiste fino al midollo, ma poi ricche di “scandali” e “vergogna politica”, come l’Italia dei Valori e il suo patrimonio immobiliare coi soldi del contribuente o la Lega Nord razzista, omofoba, però amante dei diamanti dei paesi che denigra; aggiungo che con tutti i movimenti separatisti e secessionisti che sono implosi all’interno della Lega Nord, il progetto leghista è sepolto, finito, perfino i militanti stanno abbandonando il Carroccio. Gianfranco Miglio è da anni che si rivolta nella tomba (permettete la forzatura) per la vergogna dell’azione politica che quel partitino “antistatalista”, ma super ancorato alla “pappa pubblica”, ha sviluppato in questo paese. L’unica vera alternativa alla sistematica violazione dei diritti umani e civili dei detenuti e di tutto il mondo penitenziario a partire dalle guardie carcerarie è il procedimento giuridico denominato Amnistia. L’obiettivo di una società che vuole divenire davvero laica, libera e rispettosa della dignità umana non è quello di costruire nuove patrie galere, magari privatizzandole come è stato anche proposto, ma puntare utopicamente ad una società senza galere; attenzione però, non parliamo di utopie insensate ma di proposte politiche concrete, un esempio è la situazione della Norvegia, ove non esistono delle vere e proprie patrie galere ma delle comunità, simili per lo più a delle case famiglia dove il detenuto, seguito e assistito, s’inserisce nel mondo lavorativo, studiando ed apprendendo una professione, il tutto senza che vi sia violazione della dignità umana.
Di che cosa hanno più bisogno i detenuti?
Il detenuto ha semplicemente bisogno di divenire un cittadino accettato dalla comunità, un individuo che ha commesso degli errori che è pronto a pagarli impegnandosi, se vuole, per la sua comunità e per lo sviluppo di questa. Ciò avverrà solo quando l’alternativa alla punizione e alla discriminazione diverrà il potenziamento delle capacità di ogni singolo individuo, inserito in un circuito che proponi un alternativa al nulla attuale. Se per “detenuti” intendiamo anche i ragazzi arrestati che per una serata hanno fatto uso di cannabis o il migrante senza permesso di soggiorno direi, semplicemente, che il potere ogni giorno commette un crimine contro l’umanità e il sensato vivere quiete. Uno schiaffo alla libertà che ogni individuo per diritto innato possiede.
Fonte: http://www.radicalicaserta.com/?p=212
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