Tragedia carceraria a Napoli: due suicidi in due giorni
da corrieredelmezzogiorno.it. 22-06-2013
Due uomini di 43 e 38 anni si sono tolti la vita nell’ Opg e nel penitenziario di Poggioreale
NAPOLI – Tragedia carceraria a Napoli. Nel giro di due giorni due detenuti si sono tolti la vita in cella. Mercoledì scorso – si è saputo oggi – si è suicidato un uomo di 43 anni, E.S., recluso nella sezione OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario) di Secondigliano per reati sessuali su minori.
Giovedì – si apprende dall’Osservatorio Permanente sulle morti in carcere – un altro detenuto – L.D.A., 38 anni – si è impiccato di notte a Poggioreale. Era stato arrestato il 5 giugno 2012 in un’operazione contro il clan dei Casalesi.LA SCONFITTA DELLO STATO - «Ogni morte in carcere è una sconfitta dello Stato di Diritto». Così commenta il segretario generale del Sappe, Donato Capece, commenta i due suicidi avvenuti nelle carceri di Poggioreale e Secondigliano di Napoli, tra il 19 e il 20 giugno scorsi. «Quelle morti dimostrano, ancora una volta – sottolinea Capece – come la favola della vigilanza dinamica a cui credono il capo dipartimento Tamburino e il vice capo Pagano è solo demagogia. I suicidi si verificano nonostante la presenza dei poliziotti che salvano decine di vite umane in tutti gli istituti, figuriamoci se sottraiamo la vigilanza e mettiamo le videocamere». Quel progetto, aggiunge il segretario del Sappe, «è una follia considerato che l’art. 387 del Codice di Procedura Penale ritiene responsabile il poliziotto penitenziario per la cosiddetta ‘colpa del custodè».
Per Capece l’unica strada da percorrere affinchè sia garantita la sicurezza nelle carceri è quella del ripiano, almeno parziale, degli organici, «al momento sotto 7800 unità: si tratta di assunzioni straordinarie di poliziotti penitenziari che possono assicurare l’incolumità fisica dei distretti e la sicurezza dei cittadini». «I provvedimenti tampone non servono – ammonisce Capece – solo attraverso le misure alternative alla detenzione si può ridare all’istituzione carcere una dignità». «Almeno 20 mila detenuti potrebbero essere sul territorio perchè hanno una pena detentiva minima da scontare», conclude il segretario generale del Sappe che invita Governo e Parlamento a «fronteggiare bene e presto l’emergenza carceri nel Paese».
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