Referendum. Nencini: dal Governo e dal dibattito parlamentare assenza preoccupante sul tema diritti
da www.partitosocialista.it, 2 giugno 2013
“Le grandi questioni referendarie che sottoponiamo sono nel cuore della maggioranza degli italiani. Nonostante ciò le istituzioni e i governi che si sono succeduti negli ultimi anni non hanno mai avuto una grande sensibilità per i diritti civili”. Lo ha detto il segretario nazionale del Psi Riccardo Nencini, nel corso della prima assemblea del comitato promotore referendario ‘Cambiamo noi’, al quale il Psi ha aderito provuovendo tre quesiti referendari su immigrazione e divorzio breve.
“Se rileggo la relazione con la quale il premier Letta – ha osservato Nencini- si è presentato alle Camere nel giorno del suo insediamento è difficile comprendere l’importanza delle questioni per le quali il mondo laico, socialista, radicale, ha combattuto battaglie storiche. Un’assenza preoccupante anche nel dibattito parlamentare. Non c’è più- ha aggiunto il leader socialista- una separazione tra diritti civili e diritti sociali. E se a questo aggiungiamo il momento di straordinaria fragilità che vive questa Italia, il risultato è che, ad esempio, se andiamo a vedere i registri delle unioni civili nei comuni, noteremo che – ha spiegato Nencini- coloro che ne fanno parte sono spesso persone anziane che, avendo una pensione sociale minima e non potendosi pagare un affitto, ‘ufficializzano’ la loro convivenza con compagni che vivono nella stessa condizione di bisogno”. “Con l’iniziativa referendaria- ha continuatt Nencini- vogliamo offrire ai cittadini uno strumento democratico che gli restituisca il diritto di decidere su questioni sociali urgenti e che hanno un forte impatto civile.
Il Psi aderisce a tre dei quesiti : due riguardano misure in correzione alla Bossi-Fini, con l’abrogazione del reato di clandestinità e delle norme discriminatorie sul lavoro regolare e di soggiorno dei cittadini stranieri. L’altro referendum è voluto per eliminare i tre anni di separazione obbligatoria prima di ottenere il divorzio. Abbiamo in cantiere anche un’iniziativa di legge popolare del Psi per favorire il riconoscimento delle tutele elementari per tutte quelle donne e quegli uomini che svolgono lavori a tempo determinato, precari, ‘atipici’, con il riconoscimento degli ammortizzatori sociali di base. Sono norme che renderebbero questa Italia più libera e civile”.
Nencini nel suo intervento ha commentato il disegno di legge sul finanziamento pubblico ai partiti: “Nelle regioni italiane vi sono sempre state maglie larghissime nel sistema di conferimento di denaro pubblico ai gruppi consiliari. E non è mai stato ignoto che in alcune Regioni, autoregolamentandosi nella destinazione delle indennità e i denari pubblici ai gruppi consiliari, un presidente percepisse un’indennità più bassa o più alta, o addirittura il doppio, rispetto ad un altro presidente di regione”.
“Ed era anche noto a tutti – ha continuato Nencini – che Lavitola, direttore di un ‘Avanti!’ inesistente, percepisse soldi pubblici, mentre l’Avanti! di Bissolati, quello originale, continuasse e continui a non ricevere un euro. Forse era prima necessario – ha aggiunto Nencini - che si facesse luce su cosa non funzionava nel sistema dei finanziamenti pubblici ai partiti”. “Non possiamo consegnare il Paese ai gruppi d’interesse o nelle mani di un sistema a centralità privata. La correzione di rotta e’ necessaria – ha continuato Nencini - nella direzione di una forte limitazione, di controlli certi ed efficaci, di valorizzazione della democrazia interna ai partiti. Aspettiamo che il testo del governo che passi alla Camera e al Senato per esprimere la nostra opinione e se non saremo convinti – ha concluso Nencini – prepareremo qualche emendamento al disegno di legge del governo e lavoreremo per chiedere di modificare la norma”.
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