Il flop del registro per le unioni di fatto a Napoli e non solo. Pesa la mancanza di una legge nazionale
di Fabrizio Ferrante, da epressonline.net, 31-05-2013
I numeri impietosi che certificano la scarsa incidenza del registro per le unioni di fatto, che senza una legge dello Stato in tema di diritto di famiglia rischia di diventare strumento inutile quando non dannoso.
Doveva essere lo strumento in grado di dare la stura a una rivoluzione laica e dei diritti in città, invece a un anno dalla sua entrata in vigore il registro per le coppie di fatto si è rivelato un flop. I cittadini hanno evidentemente compreso che, nonostante la buona volontà dei sindaci, in assenza di una legge dello Stato in materia di coppie – gay o etero – alternative a quella tradizionale, il registro rischia talvolta di determinare non un aumento ma addirittura una riduzione dei diritti.
Sono appena 20 le coppie che hanno scelto di registrarsi a Napoli, di cui solo due sono composte da persone dello stesso sesso. Al netto del riconoscimento a livello comunale, con l’accesso ai bandi alle coppie di fatto, la legge nazionale – inesistente in materia – non riconosce alcun diritto di assistenza sanitaria, reversibilità della pensione e in molti casi anche di accesso in carcere per le visite ai partner detenuti. Il tutto, ad eccezione dei partner di fatto dei parlamentari, trattati alla stregua di coniugi tradizionali per quello che è a tutti gli effetti un privilegio ai limiti dell’incostituzionalità, spesso sottaciuto.
Per il cittadino comune è tutto un perdersi in mille rivoli burocratici, senza che spesso si riesca a ottenere alcun risultato. Al contrario, nel caso di ragazze madri che decidono di iscriversi nel registro con eventuali nuovi partner, si perdono perfino i benefici di legge e i sussidi tutt’ora previsti dalla normativa nazionale. La maggior parte delle coppie che hanno scelto di iscriversi nell’apposito registro istituito un anno fa – 7 giugno 2012 – a Napoli dall’amministrazione comunale tutt’ora in carica sono etero – 18 su 20 – e i membri convivono già da svariati anni. Un dato statistico che certifica il fallimento di un istituto che, da solo, non può sanare il vuoto legislativo a livello di legge nazionale, la sola in grado di modificare l’attuale stato che vede la sola famiglia “tradizionale” pienamente riconosciuta erga omnes.
Numeri impietosi non solo a Napoli ma in moltissimi dei 137 comuni in cui è stato istituito il registro per le unioni di fatto. Praticamente in nessuna grande città si raggiunge la tripla cifra di coppie iscritte, mentre in alcuni centri medio-piccoli si fa addirittura fatica ad arrivare a quota dieci.
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