Campania: 8.300 reclusi per 5.800 posti; carceri al collasso, agenti in catene a Poggioreale
di Livio Coppola pubblicato su Il Mattino, il 28/05/13
Un sovraffollamento record da 2500 posti. Migliaia di detenuti in attesa di giudizio definitivo, salute precaria, strutture insufficienti. Tanto da far scatenare persino la rivolta delle guardie. Non tralascia nulla la Garante dei detenuti campani Adriana Tocco nella sua relazione annuale, in cui si evidenzia il terribile e reiterato disagio che colpisce indistintamente le oltre 8mila persone oggi ospitate negli istituti di pena della Campania. Un disagio diffuso, che ieri ha spinto 50 agenti del Sappe (sindacato autonomo di polizia penitenziaria) ad incatenarsi per protesta davanti al carcere di Poggioreale.
Il primo problema, denunciato dal Garante così come dal sindacato, è e resta quello della carenza di posti. In Campania funzionano 17 penitenziari (compresi i due Ospedali psichiatrici di Napoli ed Aversa, destinati alla chiusura, ndr). Secondo i dati aggiornati a fine marzo, i detenuti raggiungono in totale quota 8.296 (di cui il 14% stranieri). Di contro, la capienza regolamentare complessiva degli istituti non supera le 5.794 unità. Una facile sottrazione ci permette di calcolare il livello di sovraffollamento delle strutture: 2.502 ospiti in più del consentito, praticamente un piccolo paese.
Le situazioni di disagio variano ovviamente a seconda dell’istituto. Il più grande, Poggioreale, conta 2.811 detenuti a fronte di una capienza di 1.679. Da qui l’incatenamento degli agenti del Sappe, che non escludono uno sciopero bianco per i prossimi giorni.
“Protestiamo – spiega il segretario Donato Capece – contro la disattenzione della politica e lo facciamo davanti a un carcere simbolo, il più sovraffollato d’Europa e con soli 600 poliziotti, una vera polveriera. Gli agenti sono stremati, ne servirebbero altri 200, con abnegazione svolgono il servizio ma ora dicono basta”.
Il motivo degli affollamenti risiede nella eccessiva presenza in carcere di detenuti non condannati in via definitiva. In Campania ben 4.163 detenuti, dunque ben oltre la metà del totale, sono da considerare imputati, quindi ancora in attesa di giudizio. Non solo, di questi ben 2.134 aspettano addirittura il primo giudizio. “Grave questione è la presenza in carcere di persone in attesa di giudizio – dice il Garante nella relazione. Questo induce riflettere su durata, ragioni e finalità della custodia cautelare. Il problema dei suicidi è sempre attuale. È di questo che si deve discutere, traendone le conseguenze e risolvendo a monte il problema, attraverso la riforma del codice penale, la ricerca di adeguate misure alternative alla detenzione e la limitazione della custodia cautelare ai soli casi di assoluta necessità”.
Altri problemi, non meno seri, riguardano cure e famiglia. Per il Garante “la salute continua a presentare molti aspetti di criticità, con i detenuti che lamentano lunghe attese per ottenere visite specialistiche, gli ospedali che non hanno istituito corsie ad essi riservate, con i medicinali che spesso mancano”, e su questo invita Regione e Asl a nominare un referente per la medicina penitenziaria. Sul fronte familiare, troppi sono i detenuti costretti ad alloggiare lontano dalla propria casa, con problemi di contatto con i parenti, così come alta risulta la sofferenza dei bambini che, fino a 6 anni, possono stare con le madri detenute, ma senza godere di residenze adeguate. Per ora regnano caos e sofferenza, anche se la Campania ha avviato una prima razionalizzazione del sistema, che dovrebbe decongestionare in parte Poggioreale e distribuire i detenuti nei vari istituti (in primis Carinola) a seconda di pericolosità e tipologia di reato. Ma per scongiurare l’emergenza si dovrà fare molto di più.
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