Biomasse, gli ambientalisti: «Coinvolgere i cittadini»
Cordenons, il gruppo Mutuo soccorso contrario all’impianto della Bio Pà «Alla comunità va dato il diritto di parola, magari attraverso un referendum»
CORDENONS È ferma l’opposizione del gruppo ambientalista Mutuo soccorso Cordenons alla proposta avanzata al Comune da una società agricola, la Bio Pà di Zoppola, di autorizzare la costruzione di un impianto di biomassa da 600 chilowatt in un’area agricola nelle vicinanze della pista di motocross, a due passi dalla zona Sic (Sito di interesse comunitario) dei Magredi. Ferma contrarietà. C’è «ferma contrarietà» all’impianto «in ragione della salvaguardia degli interessi della collettività cordenonese». Al sindaco Mario Ongaro il gruppo ambientalista risponde: «Se vantaggi per la comunità ci dovessero anche essere, dovrà essere data alla comunità stessa la possibilità di giudicarlo nelle forme idonee». Ai cittadini va dato, dunque, diritto di parola, magari con un referendum: «Il progetto di massima della Bio Pà dovrà essere vagliato dall’ufficio urbanistica sotto l’aspetto della compatibilità con il piano regolatore. Potrebbe esserci la necessità, per dare il via all’iter autorizzativo, di una variante». Dopodiché la palla passerebbe alla conferenza dei servizi per le autorizzazioni necessarie di Regione, Provincia, Vigili del Fuoco, Arpa e Azienda sanitaria. Pretesto dell’energia. Il Mutuo soccorso, che è tra i componenti del Coordinamento difesa ambientale, chiede più in generale di «fermare il disegno di chi utilizza il pretesto dell’energia pulita per scopi di controllo della terra, del cibo e per estendere all’agricoltura le logiche di finanziarizzazione e di controllo monopolistico delle risorse». Gli argomenti ci sarebbero tutti, secondo i promotori. «Negli ultimi mesi si sta assistendo ad una corsa sfrenata alla realizzazione di centrali a biomasse e biogas – si spiega – Si tratta di impianti per la produzione di energia elettrica, di rado con un assetto cogenerativo credibile e quindi con sfruttamento dell’energia termica, attraverso due modalità: la combustione di biomasse legnose (in parte importate, in parte ottenute da scarti di industrie del legno, potature, operazioni selvicolturali ma spesso anche da colture dedicate) e l’utilizzo in motori biogas, a sua volta prodotto di biodigestori alimentati con scarti dell’industria alimentare e reflui zootecnici, oltre che con matrici vegetali vergini (prevalentemente insilato di mais ceroso)». Normative nel mirino. L’indice degli ambientalisti è puntato sulla normativa comunitaria «che arriva a classificare le centrali biogas e biomassa quali opere d’interesse pubblico, indifferibili ed urgenti, stabilendo una procedura semplificata di autorizzazione unica e consentendone l’edificazione in aree agricole». Nel mirino anche la «tariffa omnicomprensiva accordata agli impianti agricoli di potenza elettrica sino a 999 chilowatt, che oltretutto non devono essere sottoposti a Via». Condizioni che a detta del Gruppo hanno scatenato diversi appetiti speculativi ai danni della salute, dell’ambiente e dell’agricoltura. Su questi aspetti dice: «È necessario che la Regione emani urgentemente delle linee guida di salvaguardia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

- Login to post comments