Madre di un detenuto aggredita a Fuorni. Carceri ed eutanasia, la mobilitazione radicale a Napoli
di Fabrizio Ferrante, da epressonline.net, 05-05-2013
Come già spiegato in passati numeri di questa rubrica, la primavera/estate dei radicali “per la grande Napoli” si preannuncia ricca di impegni. Carceri – a proposito delle quali raccontiamo una storia inquietante - Eutanasia legale e referendum sono sempre all’ordine del giorno e nei primi due casi la lotta è più che mai viva, mentre per i quesiti referendari si dovrà attendere ancora qualche settimana.
Al netto di un breve resoconto su queste attività radicali a Napoli, ci sembra giusto evidenziare alcuni fattori più sociologici che politici, che stanno emergendo durante i tavoli che i radicali “per la grande Napoli” stanno tenendo a ritmi forsennati in città, soprattutto nei fine settimana.
Partiamo dall’aspetto politico del momento. Sul fronte carceri, proseguono e proseguiranno i presidi all’esterno di Poggioreale sebbene nella nostra regione vada attenzionato anche il carcere salernitano di Fuorni, da dove ci giunge una testimonianza inquietante. Una madre in visita al proprio figlio ristretto, è stata infatti malmenata alcuni giorni fa da una coppia appartenente a una nota famiglia di malavitosi, almeno secondo quanto raccontatoci dalla sfortunata protagonista. Oggetto del contendere, la priorità acquisita dalla donna aggredita, che era stata regolarmente inserita in uno dei turni previsti dal modus operandi del carcere di Fuorni per accedere alla struttura, salvo essere scalzata senza apparente ragione e spostata di svariate ore. “Una prassi che si ripete ogni volta”, ci ha raccontato la vittima, che sotto gli occhi degli agenti penitenziari – secondo il suo racconto – si è trovata aggredita da una coppia che l’aveva sopravanzata, evidentemente infastidita da qualcosa che era stato detto nelle concitate fasi precedenti.
A nulla è valso il tentativo di far valere le proprie ragioni e a rendere più sconcertante il racconto è il mancato intervento degli agenti, dato che l’aggressione si è svolta all’esterno del carcere con effetti visibili anche in una delle foto inviateci dalla donna aggredita, che ha inoltre riportato una grave lesione a un occhio. Un clima evidentemente pesantissimo, in un carcere del quale ci eravamo già di recente occupati grazie a un’altra sconcertante testimonianza. Serve dunque che la politica si dia una mossa e si decida ad approvare un’amnistia accompagnata da indulto, depenalizzazioni e riduzione del carcere a ciò che deve essere: un’estrema ratio.
Su internet fioccano le voci che vorrebbero un’amnistia entro la fine di giugno. Voci infondate messe in giro da qualche buontempone che non immagina quali danni possa creare lo spargimento di vane illusioni. Per approvare un’amnistia occorrono tempi e modalità simili a modifiche costituzionali e dunque se anche si partisse domattina con la discussione, ci vorrebbero mesi prima che questa possa produrre qualche risultato concreto, a meno di improbabili corsie preferenziali. Ciò non significa che non si debba lottare o chiederla, ma prima di esultare occorre vedere qualcosa di concreto, come un messaggio presidenziale alle Camere o la calendarizzazione di uno dei testi di legge già depositati che chiedono l’amnistia.
Oltre al sempre caldissimo fronte delle carceri, è ormai entrata nel vivo la mobilitazione per la proposta di legge di iniziativa popolare a favore dell’ “Eutanasia legale”. La domenica che va aprendosi sarà una giornata importante, che concluderà un fine settimana dove già sono giunte almeno duecento firme che si sommano a quelle già raccolte nei tavoli precedenti. L’associazione radicale Per la grande Napoli, ovvero la sola e unica forza radicale presente sul territorio a muoversi concretamente e in maniera visibile per tutti i cittadini, ha indetto un tavolo che partirà dalle ore 10 che coprirà di fatto l’intera giornata fino alle prime ore della sera. Un invito a partecipare e a firmare presso il tavolo che si terrà in via Partenope, non può che giungere ai napoletani che seguono questo blog, siano essi radicali o meno.
Già, perché l’eutanasia convince tanti cittadini, in modo trasversale coinvolgendo finanche i cattolici che, proprio perché tali, gradirebbero vivere in uno stato laico dove la propria fede non sia guardata con sospetto. Persone di ogni età ed estrazione sociale, in particolare i ragazzi e gli studenti – molti fuori sede – che affollano il venerdì sera piazza Bellini, cuore del centro e punto d’incontro per gli universitari; ma anche persone distinte, quelle che popolano via Scarlatti al Vomero, oltre che esponenti di altri partiti che – magari senza dirlo ai propri colleghi di partito – condividono l’esigenza di laicità. Alcune frasi rivolte al tavolo ai militanti presenti meritano di essere riportate, dato che contribuiscono a confermare come sia necessaria la militanza e come il movimento debba puntare su di essa, come detto anche dal ministro degli Esteri, Emma Bonino – in quel momento in pectore – durante la scorsa direzione di Radicali Italiani.
“Voi radicali mi state sul c…o perché avete salvato Berlusconi – cosa non vera ma tant’è – ma non ce l’ho con voi che state per strada che, anzi mi state pure simpatici”, oppure “ma davvero avete gli autenticatori?” fino a un bel “non sono radicale ma davvero, grazie per quello che fate per i diritti di cui nessuno si occupa” o “l’euro per l’autofinanziamento ve lo do’ con piacere, voi siete puliti” concludendo con un “io sono del Pd e mi piacerebbe che si stesse di più in strada e fra la gente, come fate voi”. D’accordo, questi cittadini non voteranno per noi ma – ciò sia di monito per chi i voti magari li prende - stare per strada, autofinanziarsi, beccarsi pure qualche insulto, fare le cose alla luce del sole e portare avanti lotte che abbracciano la vita di ogni singolo cittadino di questo paese, non può che contribuire a sconfiggere l’antipolitica dilagante. Ma se lo potranno permettere gli altri partiti? Per cominciare farebbero meglio a considerare che il loro “benaltrismo”, come efficacemente definito dallo scrittore e candidato radicale a Roma, l’ “eretico” Paolo Izzo, nei confronti dei diritti civili non alberga nel cuore dei loro stessi militanti ed elettori.
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